Salutarsi: Un abbracciare che è al tempo stesso uno sciogliere – di Marco Alessandrini

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abbraccio«…Come protendersi, infatti, sul dolore e restarvi accostati, tuttavia sciogliendosene, liberandosene? Come sfuggire alla delusione e alle voragini affettive se non è possibile sfuggirle, se esse divorano e se ne siamo sconvolti? Come unire, all’ombra e al soffrire, la luce? Occorre un distacco che mantenga il contatto. Un saluto che, nel lasciare, nel distanziare, nello sciogliere trascini con sè, stringa a sè, avvicini e renda possibile. Citando Heidegger:
“Il salutare è il protendersi verso le cose salutate, un accostarsi a…, senza tuttavia entrare in contatto, un abbracciare che tuttavia non ha mai bisogno di “stringere”, perchè è al tempo stesso uno sciogliere”
[…]Il salutare di Holderlin è dunque l’avvolgersi ancora di più, come in una torre, dentro all’Ideale, dentro ad affetti dolorosi scatenati dalla dolorosità della realtà e delle emozioni, rendendo questi affetti o questo Ideale, proprio nel loro fuggire dal mondo, nel loro scontrarvisi distaccandosene, nel loro non de-idealizzarsi e non modificarsi, il solo tramite verso il mondo, un tramite fragile e lacerato. […] Il salutare dell’ultimo Holderlin assomiglia a un’eco, anzi è un’eco. Ciascuno di noi, infatti, si avvicina a qualcosa, soprattutto a un’emozione, soltanto perchè nell’intimo questa emozione risuona, è presente e assordante, ma restando imprendibile, ormai viaggiante ed errante, distante da un’origine. Ciascuno di noi nell’avvertire un’emozione può rapportarvisi soltanto secondo la modalità del salutare: abbracciandola senza mai coglierla del tutto, perchè, come se fosse un’eco, essa già si allontana. Ciascuno di noi è in rapporto con echi, con emozioni d’eco.»

(Marco Alessandrini, da “Eco a me stesso – La metamorfosi schizofrenica di Holderlin in eco”. Magi Edizioni,)

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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