Psicologia del sano egoismo. In questo post leggeremo l’importanza psicologia e “guaritrice” di un certo sano egoismo. A parlarcene è il nostro caro Jung…
BUONA LETTURA!
⚠ PS: consiglio un ottimo testo sull’argomento di un autore che già per altri temi ho segnalato perché molto originale e non banale. Ecco il libro qui sotto

«Mi sembra che le nevrosi siano considerevolmente aumentate parallelamente alla decadenza della vita religiosa… lo stato generale spirituale dell’uomo europeo presenta quasi dovunque una grande mancanza di equilibrio.
La nevrosi è scissione interiore, sdoppiamento di sé. Tutto ciò che favorisce questo sdoppiamento la fa peggiorare; tutto ciò che lo attenua la fa migliorare. Il problema della guarigione è un problema religioso.
Chi dice (al nevrotico) che è troppo egoista lo spinge sempre più addentro alla nevrosi. E’ proprio l’egoismo dei malati che mi costringe, onde guarirli, a riconoscere il profondo significato dell’egoismo, il quale rappresenta – dovrei essere cieco per non vederlo – un’autentica volontà di Dio.
🔎 LEGGI anche: LA NEVROSI ovvero quando siamo scissi e in conflitto con noi stessi. Da dove viene e dove porta la nevrosi?
Cioè se il malato riesce – e in ciò devo aiutarlo – a far prevalere il suo egoismo, si estrania dagli altri e li respinge facendoli ritornare in sé. È proprio quel che meritano, dato che volevano sottrargli il suo “sacro egoismo”, che deve essergli lasciato perché è la sua forza più potente e più sana, e, come ho già detto una vera volontà di Dio che lo spinge verso un isolamento spesso totale.

Questo stato, seppure quanto mai miserabile, è nel contempo molto utile: poiché soltanto in esso il malato può riconoscersi, può imparare a misurare quale bene inestimabile sia l’amore degli altri uomini; e perché soltanto nell’abbandono e nella più profonda solitudine si possono incontrare le proprie forze soccorritrici.
Il più che diabolico egoismo è la via regia verso il silenzio che l’esperienza religiosa più profonda richiede. È la grande legge dell’enantiodromia, del rovesciamento verso l’opposto che rende possibile la congiunzione delle metà nemiche di cui è fatta la personalità, mettendo fine alla guerra civile.
E’ come se, al momento culminante della malattia, l’elemento distruttivo si tramutasse in elemento guaritore. Il grande rivolgimento accade cioè nell’istante in cui compaiono nei sogni o nelle fantasie motivi che non si può dimostrare abbiano origine nella coscienza.

Il fatto che dall’oscuro regno della psiche si faccia incontro al malato qualcosa di estraneo, che non lo si trova perciò al di là dell’arbitrio personale di questo, agisce come una grande illuminazione. Ritrovato l’accesso alle fonti della vita psichica, il malato comincia a guarire.»
(C.G.Jung)
«[…] So per esperienza che ogni coazione, si tratti di una lieve suggestione o insinuazione o di qualsiasi altro mezzo di persuasione, non fa altro, in ultima analisi, che ostacolare l’esperienza più alta e più decisiva: il trovarsi soli con il proprio Sé, o qualsiasi altro nome si voglia dare all’oggettività dell’anima. Essi devono esser soli, non c’è scampo, per far l’esperienza di ciò che li sorregge quando non sono più in grado di sorreggersi da sé. Soltanto questa esperienza può fornir loro un fondamento indistruttibile.»
(C.G.Jung – Psicologia e alchimia)
FINE.
