La psicologia (quella spicciola) ha dimenticato che la malattia fa parte del significato. Hillman e Jaspers

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Hillman e Jaspers
Hillman e Jaspers

Malattia Mentale

Ladimensione di significato della malattia mentale è sempre meno considerata in ambito accademico, fortunatamente non ovunque.

Leggiamo insieme alcuni estratti di Hillman e K.Jaspers, che hanno dato contributi immensi – insieme a Jung e R.Laing – alla dimensione umana e significante della “malattia” mentale.

[ 📝 Puoi anche leggere il post sul significato e dinamiche della schizofrenia: una malattia che contiene mondi inespressi ]

BUONA LETTURA!

Schizofrenia Sintomi Significati Diagnosi
L’io diviso. Studio di psichiatria esistenziale (R.D.Laing)

«…molti sintomi di malattia sarebbero da ‘incoraggiare’ (come suppone Morgenthaler), in quanto suscitano il ritmo tramite cui la natura tenta di riconquistarsi quanto le è diventato alieno e di strumentarlo in una nuova melodia
(Rilke a Lou – Muzot, 10 Settembre 1921)

«Lo spirito moderno ha visto piuttosto la patologia che non la psicologia, dimenticando che la malattia fa parte del significato.

Il pathos è parte della psyche e ha il suo logos. Il patologico, per quanto costrittivamente distorto e concretistico, non di meno partecipa al ‘fare anima’.

Di ciò i neoplatonici erano consapevoli. Essi compresero che le storie mitiche avevano dei significati per l’anima e che perciò questo valeva per tutte le parti delle storie, comprese le loro bizzarre depravazioni, gli orrori che sono immaginativamente essenziali per le storie, ma che oggi chiamiamo psicopatologici.» (James Hillman – Saggio su Pan, Adelphi, p.93)

«Lo spirito creativo dell’artista, pur condizionato dall’evolversi di una malattia, è al di là dell’opposizione tra normale e anormale e può essere metaforicamente rappresentato come la perla che nasce dalla malattia della conchiglia: come non si pensa alla malattia della conchiglia ammirandone la perla, così di fronte alla forza vitale dell’opera non pensiamo alla schizofrenia che forse era la condizione della sua nascita.» (Karl Jaspers – Genio e follia)

Jaspers Genio e Follia
Genio e follia (K.Jaspers)

« Perry (…) ci conduce a una visione prospetticamente positiva della malattia e della sofferenza in quanto vi vede all’opera l’obiettivo del rinnovamento della vita psichica:

“Vediamo difatti che la psiche ha trascinato l’individuo in questa difficile situazione coll’ottima ragione di provocare alcuni cambiamenti necessari nell’organizzazione del sé e della vita emozionale.

Mentre udiamo fiumi di parole circa i pensieri e gli interessi della persona, noi la vediamo immersa in una dimensione molto diversa d’esperienza: quella del non razionale, dell’ideazione simbolica, di un mondo di re e di eroi mitici, di morte sacrificale e nuova nascita, di conflitto tra forze politiche e cosmiche, che sembrano tutte così distanti da qui e ora.

Il clinico, sgomento, solleva le mani al cielo ed esclama che l’affetto è scomparso e deve essere suscitato di nuovo – bisogna cambiare le cose.

Ma se facciamo attenzione, scopriamo che la psiche sta già facendo proprio questo – che le immagini sono al lavoro per recuperare e suscitare i potenziali affettivi latenti.”

(Tratto da: Alla ricerca di Anima. Per una psicologia poetica del sentimento – di Roberto Floro – Ed. Moretti & Vitali, p.242)

Follia Schizofrenia

«Trasformazione della psiche in vita. Far entrare la psiche nella vita significa allontanarla non dalla sua malattia, ma dalla visione malata che essa ha di se stessa, come bisognosa di cure, di conoscenze e di amore professionali…

Se c’e’ una lezione fondamentale che abbiamo appreso in settant’anni di analisi, è che nelle sofferenze della psicopatologia noi scopriamo un senso dell’anima…

Perciò portare la malattia nella vita significa portare l’anima con sé ovunque si vada e reagire alla vita dal punto di vista di quest’anima…

Portare la psiche nella vita significa anche prendere la vita come psiche,come un’avventura psicologica vissuta per amore dell’anima.» (James Hillman – Il mito dell’analisi, 15-18)

«Di fronte a un sintomo, la reazione giusta potrebbe anche essere una reazione di benvenuto, anziché quella di lamentarsi e di cercare rimedi, perché il sintomo è il primo annuncio del risvegliarsi della psiche che non intende più tollerare di essere maltrattata.»
(James Hillman)

Il mito dell'analisi (James Hillman)
Il mito dell’analisi (J.Hillman)

«Se c’è una lezione che abbiamo appreso in settant’anni di analisi, è che nelle sofferenze della psicopatologia noi scopriamo un senso dell’anima.

Quando sono prostrato dall’orrore delle depressioni, dei sintomi e dei desideri più violenti, io sono di fronte all’irrefutabile prova dell’indipendenza delle forze psichiche. Qualcosa vive in me che non è opera mia.» (J. Hillman – Il mito dell’analisi, 1972)

«Diveniamo più psicopatologici quando non cogliamo, in questo o quel segmento della nostra vita, il fantasma presente in quello che stiamo facendo o il fatto che ciò che stiamo fantasticando sta avvenendo fisicamente, anche se in modo sottile e indiretto.

Invece prendiamo le cose alla lettera, e la metafora, l’elemento che mantiene la vita psicologicamente intatta, si spezza. (…) Diventiamo meno psicopatologici quando possiamo ripristinare l’apprezzamento metaforico di ciò che avviene.

La terapia parla a questo riguardo di «insight psicologico», intendendo con ciò la riconnessione della fantasia con il comportamento e la dissoluzione del letteralismo attraverso il potere dell’insight.» (James Hillman – Saggio su Pan, Adelphi, p.91)

FINE.


La SCHIZOFRENIA. Il significato di una malattia che contiene mondi indicibili. Aspetti clinici

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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