NEVROSI: quando siamo scissi e in conflitto con noi stessi. Da dove viene e dove porta la nevrosi?

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cos'è la nevrosi

La Nevrosi: che cos’è e cosa significa?

Qui di seguito si troveranno diversi e molteplici estratti circa il significato della NEVROSI.

La cura e la clinica delle nevrosi, così come oggi le conosciamo in ambito clinico, fu ampliata e grazie ai lavori pionieristici in ambito clinico partiti da Jung.

Nevrosi e sviluppo della personalità (Karen Horney)
Nevrosi e sviluppo della personalità. La lotta per l’autorealizzazione (K.Horney)

Per la prima volta nella storia della clinica psicologica Jung iniziò a trattare le nevrosi – così come anche le psicosi – tenendo in considerazione l’aspetto finalistico dei processi psichici – finora del tutto non considerato da Freud e colleghi – e quindi delle nevrosi stesse.

In altre parole si iniziò a capire che bisognava chiedersi non tanto da cosa erano originate certe nevrosi, ma verso cosa o dove erano orientate.

Ad oggi non dovrebbe essere più ammessa una teoria, cura e visione della nevrosi che non includa le conoscenze derivanti dalla Psicologia Analitica dell’epoca e attuale.

Scopriamo insieme perché e lasciamo la parola ai grandi…

BUONA LETTURA!


Jung Autobiografia 3

[La nevrosi] è in ultima analisi una sofferenza della psiche che non ha trovato il proprio significato (C.G.Jung, Opere 11, p.314)

«Spesso dietro la nevrosi si nasconde tutto il dolore naturale e necessario che non siamo disposti a tollerare.»
(C.G. Jung)

«Non dobbiamo cercare di liberarci di una nevrosi, ma piuttosto di fare esperienza di quello che significa per noi e di quello che ci insegna. Dobbiamo addirittura imparare ad esserle riconoscenti. Senza di lei avremmo potuto perdere l’occasione di apprendere chi siamo in realtà: non siamo noi a guarirla, è lei che ci guarisce.»
(Carl Gustav Jung)

«La nevrosi è orientata per conseguire un fine»
(C.G.Jung, Opere 7, p.40)

«Il malato non deve imparare come ci si liberi da una nevrosi, quanto piuttosto come la si possa reggere
(C.G. Jung)

«La causa ultima delle nevrosi è qualcosa di positivo che ha bisogno di essere salvaguardato per il paziente stesso; altrimenti egli soffre di una perdita psichica.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.174)

«Consiglio perciò alle persone che hanno una nevrosi: adesso entraci dentro, vivila, così sei tu ad averla in mano e non è più lei a possederti.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.138)

Teoria e terapia delle nevrosi
Teoria e terapia delle nevrosi (V.Frankl)

«I conflitti nevrotici non si risolvono per decisione razionale. I tentativi di soluzione del nevrotico non sono soltanto inutili, ma dannosi. Però questi conflitti possono essere risolti cambiando la condizione interna della personalità che li ha fatti sorgere. Ogni pezzo di lavoro analitico bene eseguito cambia queste condizioni per il fatto che rende una persona meno debole, meno timorosa, meno ostile e meno alienata da se stessa e dagli altri.»
(Karen Horney – Psichiatra e Psicanalista tedesca)

«Ecco perché diciamo che in un certo senso la nevrosi è un sintomo positivo. Essa indica che qualcosa vuole crescere, che la persona non sta bene nel suo stato attuale.

Se non accettiamo la crescita essa avverrà contro di noi, a nostre spese; si avrà allora quella che potrebbe essere definita un”individuazione negativa”: il processo di individuazione 🔎, di maturazione, e di crescita interiore procede inconsciamente, e anziché sanare la personalità finisce col danneggiarla. […]

La potenzialità interiore di crescita è pericolosa, perché se non l’accettiamo e non la dispieghiamo, essa ci distrugge. Non c’è altra strada; è un destino che deve essere accettato.»
(Marie Louise Von Franz)

«(…) Perciò spesso noi diagnostichiamo le nevrosi e le psicosi come possibilità superiori non vissute. Una nevrosi è spesso un più, non un meno, ma un più non vissuto, una possibilità di accedere a un livello superiore di consapevolezza o di creatività, di fronte alla quale si indietreggia con qualche stupido pretesto. Rifiutare di raggiungere una coscienza più elevata è, secondo la nostra esperienza, una delle cose più distruttive che esistano.»
(M.Louise Von Franz – L’ombra e il male nella fiaba)

«Come terapeuta non tento mai di liberare i miei pazienti dalla paura (Angst). Al contrario li conduco sino al motivo profondo che spiega come essa sia giustificata. […] Mi permetto di parlare così perché sono religioso e anche perché ho la certezza scientifica che il mio paziente non si è inventato la sua paura, ma che essa gli è stata imposta. Da chi o da che cosa? Dall’ignoto. Il religioso lo chiama ‘Deus absconditus’, il pensiero scientifico lo definisce inconscio.»
(Jung in una lettera a Fritz Buri, 10 dicembre 1945)
Libri sulla nevrosi
I nostri conflitti interni (K.Horney)

Un quadro riassuntivo

«Jung riteneva che, qualunque fossero le sue radici nell’esperienza passata, la nevrosi consiste nel rifiuto – o nell’incapacità – di sopportare, “qui e ora” una sofferenza legittima. Invece questo sentimento doloroso o la sua rappresentazione sono scissi dalla consapevolezza e l’iniziale totalità – l’Io primordiale – è rotta.

Una tale scissionederiva in definitiva da un’apparente impossibilità di affermare l’interesse della natura dell’individuo” (Jung, 1934) e determina un’ampia gamma di dissociazioni e  conflitti caratteristici dei complessi a tonalità affettiva.

Questa scissione è parte normale della vita. La totalità iniziale è fatta per scindersi e ciò diventa patologico o diagnosticabile come malattia solo quando la scissione dei complessi diviene troppo ampia e profonda e il conflitto troppo intenso. Allora i sintomi dolorosi possono portare ai conflitti delle nevrosi o all’ego frantumato della psicosi.» (Sandner e Beebe, 1982)

“La nevrosi è un tentativo, talvolta pagato a caro prezzo, di sfuggire alla voce interiore e quindi alla propria vocazione… Dietro la perversione nevrotica si cela la vocazione dell’individuo, il suo destino, che è crescita della personalità, piena restaurazione della volontà di vivere, che è nata con l’individuo. Nevrotico è l’uomo che ha perso l’amor fati; colui, invero, che ha fallito la sua vocazione… ha mancato di realizzare il significato della sua vita” (Jung)

Così Jung in “The development of personality (1932). XVII, 183-184 (Lo sviluppo della personalità, Opera 17)” definisce la nevrosi .

In realtà, la nevrosi scoppia ad un certo momento della vita e questo «momento dell’insorgere della nevrosi non è casuale, anzi di regola è molto critico. Normalmente è il momento in cui sorge la richiesta di un nuovo assetto psicologico, cioè di un nuovo adattamento».

Jung distingue due tipi di nevrosi:

  1. il primo tipo è rappresentato da un genere di nevrosi che può interpretarsi a livello personale (nevrosi personale), in quanto si tratta di una forma di disadattamento alla cui radice sta una ‘ debolezza ‘ personale. Non occorre altro, per curarla, che una demolizione delle errate conclusioni e decisioni del soggetto. Una volta corretto il suo atteggiamento errato, il paziente può reinserirsi di nuovo nella società.
  2. il secondo tipo è formato di individui che potrebbero adattarsi… ma non possono o non vogliono adattarsi…

La causa della loro nevrosi sembra risiedere nel fatto che essi posseggono qualcosa al di sopra della media, un di più per il quale non vi è uno sbocco adeguato.

Ci si può allora attendere che il paziente sia critico, in modo consapevole o, spesso, inconsapevole, delle idee e dei punti di vista accettati dai più… può spaziare dalla religione alla filosofia:

«… La psicoterapia, se vuol trattare certi casi, deve espandersi ben oltre i confini della medicina somatica e della psichiatria, fin dentro regioni che un tempo erano dominio di preti e di filosofi. Il paziente, assistito dall’analista, si cala nelle sue fantasie, non per perdersi in esse, ma per recuperarle, pezzo per pezzo, e riportarle alla luce del giorno» (Jung)

Psicologia delle nevrosi

Va innanzitutto notato che l’adattamento di cui Jung ha sin qui parlato, l’adattamento in cui il nevrotico fallisce, non è l’adattamento passivo al vivere corrente, ma «ricerca di nuovi sistemi di adattamento, possibilità di scoprire un nuovo sistema di vita, «inizi di una spiritualizzazione».

Nelle tenebre dell’inconscio è nascosto un tesoro, quello stesso “tesoro difficile da raggiungere” che viene descritto come perla luminosa o come mistero.

Queste possibilità di vita e di sviluppo “spirituali” o “simbolici” costituiscono la meta ultima ma inconscia della regressione. Scrive Jung

«La diagnosi è una cosa del tutto irrilevante. (…) Nel corso degli anni mi sono abituato a trascurare totalmente la diagnosi di specifiche nevrosi […]. Ciò che veramente conta è il quadro psicologico, che può essere disvelato nel corso della cura oltre il velame dei sintomi patologici».

La ragione di ciò si fa chiara non appena ci accostiamo al nuovo significato che la nevrosi ha ormai acquistato per Jung:

«Le teorie di Freud e di Adler non danno un sufficiente significato alla vita. Mentre è solo il significato che libera… Essi non sanno dare risposta al problema e al profondo significato della sofferenza dell’anima. Una psiconevrosi deve invece, in ultima analisi, essere intesa come la sofferenza di un’anima che non ha scoperto il senso del suo esistere»

(E. D’Alfonso)

«La nevrosi è una frattura con se stessi. La causa di questa frattura deriva, nella maggior parte degli uomini, dal fatto che la coscienza vorrebbe tener fede al suo ideale morale, mentre l’inconscio tende a un proprio ideale immorale…che la coscienza vorrebbe rinnegare.»
(C.G.Jung – Due testi di psicologia analitica)

«La teoria delle nevrosi di Freud si attaglia mirabilmente alla natura dei nevrotici, ma l’autore la rende troppo dipendente dalle idee nevrotiche a causa delle quali precisamente la gente è ammalata. Di qui nasce l’impressione (che, sia detto di volo, soddisfa pienamente il nevrotico) che la causa efficiens delle nevrosi risieda in un lontano passato.

In realtà la nevrosi si fabbrica da capo ogni giorno, e precisamente attraverso un falso atteggiamento che consiste proprio nel fatto che il nevrotico pensa e sente da nevrotico, pronto poi a trovare una giustificazione nella sua teoria delle nevrosi.»
(Jung – Simboli della trasformazione)

«Freud ha una ‘teoria’. Io non ho nessuna ‘teoria’ ma descrivo dei fatti. Non teorizzo sull’origine delle nevrosi, descrivo il contenuto delle nevrosi. Devo sottolineare ciò perché la gente manca sempre di vedere che io parlo di fatti e designo dei fatti, e che i miei concetti sono semplici nomi e non termini filosofici.»
(Lettera di Jung a J.Jacobi, 14 Marzo, 1956)

«[…] il trattamento delle nevrosi non è l’equivalente psicologico di una cura termale, ma un rinnovamento della personalità che, come tale, coinvolge tutti gli aspetti e i settori della vita.»
(C.G.Jung – La funzione trascendente, Vol.8, p.104)

Stili Nevrotici (David Saphiro)
Stili nevrotici (D.Shapiro)

«Perfino una nevrosi cronica ha la sua vera causa nel momento presente, nell’oggi. Vede, la nevrosi viene costruita ogni giorno dall’atteggiamento  sbagliato dell’individuo; tuttavia quell’atteggiamento sbagliato è un dato storico, che va spiegato storicamente per mezzo di eventi accaduti in passato.

Ma anche questa idea è unilaterale, perché i dati psicologici sono sempre orientati non solo verso una causa iniziale ma anche verso una causa finale. Sono, si potrebbe dire, teleologici, perché servono a un certo scopo.

L’atteggiamento sbagliato può essersi originato molto tempo fa, ma oggi non esisterebbe se non vi fossero cause immediate e fini immediati a mantenerlo in vita.

Perciò una nevrosi può finire all’improvviso un certo giorno, a dispetto di tutte le cause. Non solo, all’inizio della guerra si è potuto osservare come certi casi di nevrosi, che duravano da anni, improvvisamente guarissero, perché le condizioni ora erano radicalmente mutate.

È come uno shock, lo si vede con gli shock. Perfino gli schizofrenici ottengono notevoli miglioramenti in seguito a uno shock, perché si crea una situazione nuova; la scossa gli scrolla via l’atteggiamento abituale. Non gli appartiene più, e allora tutta la costruzione crolla, l’intero sistema che si sono costruiti anno dopo anno.

Chiede Richard I. Evans: “Sicché nel lavoro con un paziente lei non considererebbe imperativo riformulare tutto il suo passato per aiutarlo a guarire dalla nevrosi presente?”

Non ci sono metodi rigidi in terapia. In terapia si tratta il paziente per come egli è nel momento presente, indipendentemente dalle cause e da cose del genere. Queste interessano la teoria.

In pratica, ci sono pazienti che ne sanno quanto me, sulla loro nevrosi. In tali casi, posso formulare chiaramente il problema fin dalla prima seduta.

[…] Ma in ultima analisi, che un individuo applichi o meno quello che ha appreso è sempre una questione morale.

(C.G.Jung, in un’intervista del 1957 fatta da Richard I. Evans. In “Jung Parla”, Adelphi, pp. 397-99)

«Non bisogna dimenticare, insiste Jung, che la nevrosi ha anche un significato vitale. Non la si può eliminare chirurgicamente come un ascesso.

Il significato della nevrosi dev’essere rispettato dall’analisi. Il paziente non deve imparare a eliminare la sua nevrosi, bensì a tollerarla. Il senso di una nevrosi va compreso e assimilato.

La causa di una nevrosi non è soltanto nel passato, ma anche e soprattutto nel presente. Ed è soltanto nel presente, e non in un melanconico ruminare sui “nostri ieri”, che la nevrosi può essere curata.»

(Aldo Carotenuto – “Senso e contenuto della psicologia analitica”, p. 235, Bollati Boringhieri)

FINE.

Nevrosi Jung
Carl Gustav Jung


LIBRI SULLA NEVROSI:
libro sulle nevrosi
Trattato di psicoanalisi delle nevrosi e delle psicosi (Otto Fenichel)
libri sulla nevrosi
Il temperamento nervoso (A.Adler)
Libri sulla nevrosi Naranjo
Carattere e nevrosi (Claudio Naranjo)

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".