In Psicologia è impossibile “misurare” il “fattore psichico”. Pillole di epistemologia contemporanea.

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mind, psychè, psiche, misurazione
«La psicologia moderna ha in comune con la fisica moderna il fatto che il suo metodo riveste un’importanza conoscitiva maggiore che non il suo oggetto. Il suo oggetto infatti, la psiche, è di una varietà, di un’indeterminatezza che le indicazioni che essa dà sono necessariamente difficili o addirittura indecifrabili, mentre le definizioni fornite dal modo di considerarla e dal metodo che ne deriva sono – o almeno dovrebbero essere – grandezze note. La ricerca psicologica prende le mosse da questi fattori, definiti empiricamente o arbitrariamente, e osserva la psiche alla luce appunto del variare di queste grandezze. L’elemento psichico appare in tal modo come un disturbo di un modo di comportamento probabile, presupposto dal metodo che è stato adottato di volta in volta. Il principio di questo modo di procedere è – cum grano salis – quello proprio in generale delle scienze naturali.
E’ chiarissimo che in queste circostanze tutto o quasi dipende dalla premessa metodologica, e il risultato è imposto principalmente da questa premessa.
Certamente il vero e proprio oggetto della conoscenza accampa in una certa misura i propri diritti; ma al tempo stesso esso non si comporta come si comporterebbe, in quanto realtà autonoma, in una situazione naturale priva d’interferenze.
Si è quindi riconosciuto già da lungo tempo proprio in sede di psicologia sperimentale, e soprattutto nella psicopatologia, che una certa disposizione sperimentale non coglie con immediatezza il processo psichico, ma tra questo processo e l’esperimento s’insinua una certa condizione psichica che potremo definire ‘situazione sperimentale’. Questa “situazione” psichica può in certi casi mettere in forse tutto l’esperimento, in quanto assimila a sé l’organizzazione sperimentale e perfino lo scopo che è alla base dell’esperimento…»

(C.G.Jung – Considerazioni sulla Teoria dei Complessi, Opere Vol.8, p.110)

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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