“Appena superata la pubertà, avevo già capito quale fosse la mia posizione nel mondo e rispetto al mondo con sufficiente chiarezza per applicare alla mia condotta di vita il detto di Chamfort: C’è una saggezza superiore a quella che di solito è chiamata con questo nome, essa consiste nell’assecondare arditamente il proprio carattere, accettando con coraggio gli svantaggi e gli inconvenienti che può provocare.” (Schopenhauer – L’arte di conoscere se stessi)
“Già nella mia prima giovinezza, osservando me stesso ho notato che mentre tutti gli altri aspiravano a beni esteriori io non dovevo mirare a questo. Serbo infatti in me un tesoro che ha un valore infinitamente superiore a ogni bene esteriore, e si tratta soltanto di portarlo alla luce: ma le prime condizioni per farlo sono l’educazione spirituale e il tempo libero a completa disposizione, quindi l’indipendenza.” (Schopenhauer – L’arte di conoscere se stessi)
Grazie! Mi viene in mente questa poesia di Edgar Allan Poe:
Solo
Fin dall’ore dell’infanzia non fui mai
Simile agli altri, mai vidi le cose
Come gli altri le vedevano, né seppi
La mia passione trarre da una comune fonte,
Dalla stessa sorgente non presi il mio dolore,
Sulle stesse tonalità non ho potuto
Risvegliare alla gioia il mio cuore,
E tutto quel che ho amato, da solo io l’ho amato,
Allora, nell’infanzia, agli albori .
D’un’esistenza in tempesta, dal fondo
D’ogni bene e d’ogni male fu attinto
Il mistero che ancora mi lega,
Dal torrente o dalla fontana,
Dal pendio rosso del monte,
Dal sole che mi girava e rigirava attorno
Nel suo autunno d’oro tinto,
Dal lampo del cielo
Che in volo mi passava e ripassava accanto,
Dal tuono e dalla tempesta,
E dalla nube che (azzurro
Era il resto del cielo) in demone
Si trasformò ai miei occhi.