Nella psiche infantile vivono immagini del futuro
Introduzione di Emanuele Casale
Sec’è una parte inflazionata della psicologia accademica (una più delle altre) questa è proprio da ricercare in quella psicologia del mondo infantile, della psicoanalisi infantile, che pretende – con le dovute eccezioni di grandi autori come Winnicott, Wickes, Fordham e altri – di comprendere il mondo del bambino, i suoi immaginari simbolici e mitopoietici con metri misura unilateralmente troppo adulti e devianti, un materiale che viene misurato e valorizzato con il metro di misura di una psiche adulta.
Ma davvero esiste una cosa del genere come una psiche del TUTTO adulta? Per fortuna no! (a parte nella mente di alcuni psicoanalisti convinti!)
Come scoprì dapprima Jung – e successivamente sottolineato con forza da James Hillman – nella nostra psiche “adulta” vive sempre, e per sempre, una parte psichica “infantile”, o più precisamente un’istanza archetipica “Puer”.
[ Di seguito il bellissimo libro di Hillman “Puer Aeternus”, che è una disamina sul Puer ]

Con infantile non si intende “non matura” o poco differenziata, anzi, tutt’altro. Si intende invece una qualità specifica e tipica del fanciullo interiore, così come nella psiche di un bambino vive fin da subito un’istanza archetipica “Senex”, ovvero anziana, saggia.
Quanti bambini esprimono anche solo dagli occhi una certa saggezza tipica di un anziano? Quanti bambini “vecchi” e saggi abbiamo visto e sentito? E quante volte noi “adulti” rimaniamo assolutamente affascinati e meravigliati dalla loro saggezza quasi inconscia e intrinseca?
Un vecchio e un giovane vivono costantemente in ognuno di noi, fin dall’inizio, fino alla morte.

Ma punto fondamentale di questo post è un altro:
- Nelle immagini che conserviamo fin da quando eravamo piccoli, e che in genere abitano ancora il nostro inconscio seppure non le ricordiamo, esiste un’energia e una forza tale da poter cambiare la vita adulta nel momento in cui possono essere ridestate, rivissute, ri-attualizzate in forma nuova (attraverso un’analisi, un percorso terapeutico o attraverso semplicemente lo svolgersi della vita)
Ma basta così, come al solito ora passiamo la parola ai grandi, e in questo caso a Jung. Qui di seguito un suo estratto meraviglioso e toccante circa l’importanza delle immagini e delle visioni di quando eravamo bambini, e che conserviamo ancora…
di Emanuele Casale

Jung e le immagini/visioni infantili.
(Tratto da Tipi Psicologici)
«Vorrei far notare un solo passaggio significativo della “benedizione divina”:
Che ognuno possa rivedere le visioni che un tempo, fanciullo, contemplò nel lampo screziato dei sogni dell’avvenire.
Ciò vuol dire che le visioni dell’infanzia possono realizzarsi, cioè che queste immagini non scompaiono, ma riappaiono nell’uomo maturo per attuarsi.
Il vecchio Kulè ne “Il giorno defunto” di Barlach dice:
“La notte, quando sono disteso e i cuscini dell’oscurità mi opprimono, talvolta mi si avvicina una luce sonora, che i miei occhi possono percepire e le mie orecchie sentire.
E allora le belle immagini di un avvenire migliore circondano il mio giaciglio, ancora intorpidite, di una meravigliosa bellezza, assopite, ma chi riuscisse a svegliarle potrebbe dare al mondo un aspetto migliore. Sarebbe un eroe chi vi riuscisse. Come batterebbero allora i cuori! Cuori del tutto diversi che batterebbero in un modo del tutto diverso da ora”

(A proposito di queste immagini):
“Non sono in alcun sole e non sono da questo illuminate. Ma esse vogliono e devono un giorno uscire dalla notte. L’abilità sarebbe di portarle al sole, allora vivrebbero”.»
(C.G. Jung – Tipi Psicologici)
FINE.


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