Fisica e Psicologia:
Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung
«La fisica quantistica ha reso maturi i tempi per un cambiamento, ritrovandosi in perfetta sintonia con le posizioni di James. Il collasso della funzione d’onda esibisce le stesse caratteristiche di scelta e determinazione della realtà attribuite alla coscienza.» (Piergiorgio Odifreddi)
«Pauli, insieme a Jung, ha lanciato, sulla base della fisica quantistica e della psicologia analitica, una sfida per una nuova visione della scienza, della storia della scienza e della filosofia della scienza, e ancora di più per una ‘nuova alleanza’ fra uomo e natura: per un nuovo e allo stesso tempo antico e arcaico ruolo della vita dell’umanità dentro la natura, dove, come in un sogno di Pauli, noi possiamo attraversare ‘l’arcobaleno come un ponte’ fra una nuova terra e un nuovo cielo.» (Enrico Antonio Giannetto – Jung e Pauli, L’emergere di una natura quantistica.)
«[…] E ciò mi porta a paragonare, le teorie della Fisica quantistica, al Suo principio della Sincronicità, per il quale, i fenomeni naturali, sfuggono a causalismi, o a criteri statistici, per essere ordinati dagli archetipi. Fino a poco tempo fa, in Fisica, causalismo e statistica, in un certo modo, garantivano, se si può dire, la ripetibilità del fenomeno; perché il fenomeno irripetibile era da ritenersi, “scientificamente”, non valido. Ma c’è una cosa, adesso, si è visto, che non si può riprodurre: la condizione psichica dell’osservante, la cui influenza sul fenomeno stesso, non può, in realtà ,essere eliminata. Essa è, per definirla, una “variante statistica”, che renderebbe, di fatto, i fenomeni irripetibili.”
(Lettera di Pauli a Jung, Zollikon-Zurigo, 24 novembre 1950, dal “Carteggio Pauli-Jung” curato da C.A.Meier, Edizioni “Il minotauro”)”Gli uccelli nati in gabbia pensano che volare sia una malattia.”
IL CARTEGGIO JUNG E PAULI. L’INCONTRO TRA PSICHE E MATERIA:

Questo volume presenta la traduzione italiana dell’ottantina di lettere che il curatore tedesco, lo psicoanalista C.A. Meier, è riuscito a reperire tra quelle scambiate nel periodo che va dal 1932 al 1957, fra Wolfgang Pauli, uno dei fisici teorici di punta della stagione della fisica di rottura della prima metà del secolo scorso e Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica che a sua volta presenta punti di rottura e di avanzamento rispetto alla psicoanalisi ortodossa. È stato un confronto vivo e vero, nel corso del quale ognuno dei due studiosi, teso a capire le ragioni e i modi di pensare dell’altro, si è spinto al di là del già noto, tanto da creare un linguaggio comune o, come gli stessi autori dissero, una “correspondentia” capace di intercettare i punti di contatto tra i concetti più nuovi dell’ermeneutica junghiana, quali la sincronicità, l’archetipo, lo psicoide ecc. e i concetti altrettanto nuovi della fisica quantistica in formazione, di cui Pauli è stato un grande protagonista. Da questa comune tensione è nato un esempio notevole e forse unico di dialogo tra studiosi di discipline apparentemente molto distanti fra loro, dialogo che avvenne nel corso di lunghi e faticosi anni di elaborazione e reciproca formazione.