«La von Franz ha osservato che gli scritti di Jung hanno un doppio aspetto, un argomentare comprensibile logicamente da un lato e, dall’altro, è permesso all’ “inconscio” di esprimersi: “Il lettore (…) si ritrova contemporaneamente esposto all’impatto dell’ “altra voce”, quella dell’inconscio, che lo può o avvincere o mettere in fuga. L’ “altra voce” può, tra altri fattori, essere percepita nel modo particolare di Jung di far rivivere i significati etimologici originari delle parole e di permettere sia al sentimento che agli elementi immaginativi di entrare nella sua esposizione scientifica.»
(Sonu Shamdasani-Jung messo a nudo dai suoi biografi, anche–Magi Edizioni 2008 (2005 in inglese), p.67)
“Come sanno molti suoi esegeti, è possibile braccare Jung ma assai difficile afferrarlo.”
(di Augusto Romano, pubblicato come Saggio introduttivo a C.G.Jung, Seminario sui sogni, Bollati Boringhieri, Torino 2003)
Credo che questo incrociop simbolico si il bello della Psicologia Ananalitica, quello che ti afferra e nel contempo ti lascia uno spazio di riflessione… questo è un pò come il percorso analitico, la paura di perdersi e nel contempo il bisogno di lasciare tracce genuine pwer arrivare e nel contempo percorrere il sentiero e il mistero del SE’