Sii come una spada: bisogna dividere e discernere prima di abbracciare la totalità (di Emanuele Casale)

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«Sii come una spada
la cui potenza origina terremoti nei cuori illusi del mondo.
Dividi, separa, discerni
accostati al bianco e al nero,
all’odio e all’amore,
alla natura e all’artificio,
ti divincoli in mezzo a tutte le componenti di questo mondo
soltanto per poi accettare che esse sono una cosa sola con il tutto.
Sperimenta il bene e il male,
devi dividerli
e farne esperienza uno alla volta in maniera unilaterale,
soltanto alla fine puoi comprendere che sono due aspetti di un’unica forza,
devi gustarne le qualità prima dell’uno e poi dell’altro
e in un abbraccio finale poterli riunire insieme, riconoscendone l’unità.

Prendi il mondo intero tutto quanto,
puoi illuderti affermando “si, esso è un ecosistema gigante”
pur non conoscendo i sottostanti e i sovrastanti ecosistemi di cui è composto
e senza i quali non esisterebbe quell’unico e grande ecosistema chiamato mondo.
Non ti arricchisce abbracciare e illuderti dell’unità di tutte le cose
non avendone prima assaggiata, odiata e amata ognuna di essa:
così svaluti l’unità stessa che credi di abbracciare bonariamente.
Sarebbe più saggio vivere due o tre cose di questo mondo in maniera sconnessa, ognuna singolarmente,
invece di affermare che tutte le cose sono così o così e non averne vissuta neanche una.

Il risultato finale è sempre il cerchio che unisce,
ma in ogni caso bisogna sempre riconoscere le qualità singole di cui è composta ogni cosa.
Perfino il cerchio è composto da infiniti punti;
non posso apprezzare il cerchio con la sua qualità unificante
se non ne apprezzo e non ne ho separato dapprima buona parte dei singoli punti di cui è costituito.

E’ vitale separare e dividere
affinchè anche la parte più piccola e vile
abbia la sua dignità e venga riconosciuta;
affinchè si possa esclamare e riconoscere dinnanzi all’umanità:
“Si, questa massa è l’umanità. Bella l’umanità, è vita. Bella tutta quanta, nel bene e nel male…
ma lì in fondo, lì in mezzo, riconosco una o più anime, ci apparteniamo più strettamente, sono la mia famiglia.”
In tal modo, abbracciando l’intera umanità, non perdo però di vista quei singoli individui di cui è composta.

Le vere unioni e i veri abbracci
avvengono soltanto e dapprima abbracciando il più piccolo atomo di cui è composto quel che andiamo ad abbracciare,
altrimenti abbracciamo un’idea di quella cosa,
e un tale abbraccio, da solo, non riscalda.»

(Emanuele G. Casale , Pescara 2014. Registrato con Licenza CC – Creative Commons Licenza Creative Commons.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.)

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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