Un estratto da “TRACCE DEL FUTURO”, un bellissimo libro (fuori edizione) di Marie-Louise von Franz
Prefazione al libro
Marie Louise von Franz, allieva di Jung, è fra i principali esponenti della psicologia analitica. Particolarmente importanti le sue ricerche sul patrimonio fiabesco popolare e quelle sui numeri, il tempo e la sincronicità, cui appartiene questo volume.
Guardando la realtà come un campo in cui più cose accadono, “contemporaneamente” sul piano fisico e quello psichico, è possibile avvicinarsi ai sistemi divinatori.
Poniamo che qualcuno consulti un Oracolo (per esempio l’i-Ching o il Tarocco) e ottenga un responso, una divinazione: questo è un avvenimento psichico.
Se nel campo della realtà materiale si verifica ciò che è stato predetto, tra l’accadimento fisico e quello psichico si realizza un rapporto di sincronicità in un senso junghiano.

Jung dedicò alla sincronicità solo uno studio, per quanto importante ma ci pensò per tutta la vita. La sua attenzione alle ipotesi di Einstein, i suoi lavori con Wolfgang Pauli, premio Nobel per la fisica, erano tutti orientati a vedere la realtà come un campo unico, fisico e psichico assieme, teatro di eventi in relazione sincronica.
Questo straordinario libro [Le tracce del futuro] entusiasmerà tutti coloro che hanno rinunziato da tempo a una visione riduttivo-meccanicistica del Reale, mentre farà probabilmente infuriare gli uomini di sapere più ligi ai tradizionali sistemi di pensiero occidentali.
(dalla prefazione al libro di Emilio Servadio)
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Estratti dal libro
«Lastoria della fisica si è sviluppata parallelamente a quella della matematica; e ora, sempre più, si usa il concetto di probabilità e si cerca di ignorare il più possibile il caso singolo. Wolfgang Pauli disse:
Per via del carattere indeterministico che inerisce alle leggi naturali, l’osservazione fisica acquista la natura di un evento irrazionale e unico, e il suo risultato diviene imprevedibile. In contrasto con tale singola attualità, vi è l’aspetto razionale di un astratto ordine di possibilità, che si pone per mezzo del concetto matematico di probabilità e della funzione Ψ.
In altre parole, la fisica si trova oggi di fronte a una grande dicotomia: tutti i calcoli di previsione, eseguiti in forma matriciale o in altre forme algebriche, sono basati sul concetto di probabilità; essi consentono soltanto di stabilire una probabilità generale.
Poi si esegue un’osservazione, che è un unico evento effettivo. E queste osservazioni effettive, anche se dovessero costare dieci milioni di dollari (come succede oggi, nel campo della microfisica), si possono ripetere all’infinito, in modo da ottenere in pratica una certa distribuzione di probabilità.
C’è perciò un immenso abisso, e perciò Pauli dice che l’esperimento effettivo, poniamo con una particella in un [simple_tooltip content=’Un ciclotrone, o acceleratore circolare, è una macchina usata per accelerare fasci di particelle elettricamente cariche (normalmente ioni leggeri) utilizzando una corrente alternata ad alta frequenza ed alta tensione, in associazione con un campo magnetico perpendicolare.’]ciclotrone*[/simple_tooltip], è un fatto irrazionale che è così com’è e non combacia in genere precisamente con la probabilità calcolata. Perciò oggi si pasticciano tutte quelle equazioni in fisica: si bara un po’, per farle stare insieme e non è più possibile fare previsioni esatte.

C’è perciò un immenso abisso, e perciò Pauli dice che l’esperimento effettivo, poniamo con una particella in un [simple_tooltip content=’Un ciclotrone, o acceleratore circolare, è una macchina usata per accelerare fasci di particelle elettricamente cariche (normalmente ioni leggeri) utilizzando una corrente alternata ad alta frequenza ed alta tensione, in associazione con un campo magnetico perpendicolare.’]ciclotrone*[/simple_tooltip], è un fatto irrazionale che è così com’è e non combacia in genere precisamente con la probabilità calcolata. Perciò oggi si pasticciano tutte quelle equazioni in fisica: si bara un po’, per farle stare insieme e non è più possibile fare previsioni esatte.
Naturalmente i fisici ci hanno pensato! Come succede una cosa del genere? Perché non è possibile fare delle previsioni effettive, che diano effettivi valori numerici e non solo una probabilità statistica?
Pauli afferma chiaramente che questa limitazione è implicita nei presupposti stessi, perché l’esperimento è un singolo evento effettivo e il calcolo matematico è basato sul concetto di probabilità, che esclude il singolo evento e non si applica a caso.»

[…] «Non ci stupiamo più, perciò, che, nell’esistenza fenomenica isolata, un pezzo di natura ci sorprenda con la sua irrazionalità e non si lasci analizzare completamente. Come abbiamo visto, dunque, la fisica proietta ogni cosa esistente sullo sfondo della possibilità o della probabilità.» (Weyl)
Questo passaggio è importante, perché riassume in poche righe l’operato della scienza moderna.
In altre parole, ogni frammento di esistenza fenomenica, per esempio questi occhiali, contiene un elemento irrazionale che non possiamo esaurire nell’analisi fisica.

Perché gli elettroni di questi milioni e milioni di atomi che compongono i miei occhiali si trovino precisamente in un certo posto e non altrove, non lo sappiamo spiegare; perciò la fisica, quando si tratta di un singolo evento naturale, è incapace di fornire una spiegazione completamente valida.
Il singolo evento è sempre irrazionale. Ma, nella fisica, si procede proiettando questo elemento irrazionale sullo sfondo di un possibile, cioè costruendo una matrice.
Per esempio, in questi occhiali ci sono un certo numero di atomi e un certo numero di particelle che li compongono, e così via. È del tutto possibile fare una formula matematica, nella quale è perfino possibile contare le particelle, non nel senso 1,2,3,4,5…, bensì proiettandole sullo sfondo del possibile.

Per questo queste matrici sono usate oggi anche nell’ingegneria, e così via, perché permettono di affrontare ciò che non si può contare, forniscono uno strumento per affrontar quelle cose che non si possono contare a una a una. Weyl dice:
“Non stupisce che qualsiasi pezzetto di natura possiamo scegliere (questi occhiali o qualsiasi altra cosa) contenga un fattore ultimo irrazionale che non siamo e non saremo mai in grado di spiegare e che siamo soltanto in grado di descrivere, come in fisica, proiettandolo sullo sfondo del possibile.”
Ma aggiunge:
“Ma è molto sorprendente che qualcosa che la mente umana stessa ha creato, vale a dire la serie degli interi naturali (vi ho già detto che Weyl ha questa idea errata che la mente umana abbia creato 1,2,3,4,5…facendo della tacche), e qualcosa di tanto assolutamente semplice e trasparente allo spirito che li costruisce, contenga anche un aspetto abissale che non siamo in grado di sondare.”. […]
Weyl credeva che fossero una creazione umana (i numeri interi), e perciò non poteva capire.»
(Marie Louise Von Franz – Le tracce del futuro. Divinazione e tempo – Red Edizioni, p.31)
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Il mito della razionalità. Anche l’irrazionale è nel mondo e nell’animo umano
Pensieri grandiosi e gratuiti. E’ auspicabile che l’animo umano riesca in questi tempi tremebondi a sentire l’affitto dello spirito che, comunque, anche a volerlo restringere, prima o poi l’uomo troverà la parola, l’aperitivo Sesamo che lo riporterà vivo e chiaro nella coscienza