La PROIEZIONE, che cos’è? Ciò che vediamo negli altri quanto ci appartiene?

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La proiezione in psicologia

Il meccanismo psichico della Proiezione. Che cos’è?

È uno dei fenomeni più discussi e rivoluzionari della mente umana scoperti dalla psicologia. Come molti altri fenomeni psicologici anche questo ha un fortissimo correlato neurofisiologico.

Si possono proiettare molti contenuti psichici, ma è bene ricordarsi che noi non facciamo una proiezione, ovvero che non è un fenomeno cosciente, bensì inconscio, per cui la proiezione avviene, è data, scatta.

Vicinissimo al fenomeno di proiezione troviamo inscindibile la fenomenologia di quei nuclei di personalità più o meno autonomi chiamati in psichiatria e psicologia (Janet e Jung) Complessi a tonalità affettiva 🔎

Ma ora, come al solito, vi lascio a questo post un pò lunghetto dove a parlare saranno i grandi, che di tale fenomeno hanno scritto volumi e volumi intrisi di dati clinici, ricerca ed esperienza personale.

Durante tutto il post lascerò anche alcuni principali e fondamentali libri sulla proiezione, come questo qui sotto che rappresenta una perla unica e rara sulla descrizione e il funzionamento del meccanismo di proiezione.

📘  PS: ti consiglio vivamente il libro qui sotto, è di una ricchezza conoscitiva incredibile. Per non parlare dell’esposizione magistrale e “semplice” che è caratteristica della grande psicologa Marie Louise von Franz. Se il libro risulta non disponibile, cliccare comunque su aggiungi al carrello in tal modo Amazon richiederà delle copie all’editore così da renderlo disponibile in qualche giorno! 😉 ]

BUONA LETTURA!

Proiezione Rispecchiamenti dell'anima Von Franz
Rispecchiamenti dell’Anima. Proiezione e raccoglimento nella psicologia di Jung (Von Franz)


Che cos'è la proiezione

La proiezione: psicologia di una dinamica inconscia

“Se provate a indicare qualcuno tenendo la mano dritta davanti a voi, vi accorgete che un dito è puntato verso l’altra persona ma tre sono rivolte verso di voi: questo può servire a ricordarvi che quando denigriamo gli altri in realtà stiamo solo negando un aspetto di noi stessi.” (Illumina il tuo lato Oscuro – Debbie Ford. Macro Edizioni 2012, p.46)

Il testo che segue è tratto dal libro Illumina il tuo lato oscuro

La proiezione è un fenomeno affascinante che a scuola difficilmente ci viene insegnato.

È un trasferimento involontario del nostro comportamento inconscio sugli altri, in modo da farci credere che queste qualità in realtà appartengano ad altre persone.

Quando siamo ansiosi riguardo alle nostre emozioni o ai lati inaccettabili della nostra personalità, per un meccanismo di difesa attribuiamo queste qualità agli oggetti esterni e agli altri.

Se per esempio abbiamo scarsa tolleranza nei confronti degli altri, probabilmente è perché tendiamo ad attribuire loro il nostro stesso senso di inferiorità.

Ovviamente c’è sempre un “gancio” che ci invita a compiere la proiezione; una particolare qualità imperfetta degli altri attiva alcuni aspetti del nostro io che rivendicano la nostra attenzione. Così qualunque cosa dell’io non riconosciamo come nostra viene proiettata sugli altri. Tutti noi vediamo solo ciò che siamo.

Tutto ciò che ci irrita negli altri, può portarci a capire noi stessi (Carl Gustav Jung)

Proiezione Psicologia
Illumina il tuo lato oscuro (Debbie Ford)

La metafora della “presa di corrente” 

Mi piace pensare a questo fenomeno in termini di energia elettrica. Immaginate di avere un centinaio di prese elettriche differenti sul petto, e ognuna di esse rappresenti una qualità.  Le qualità che riconosciamo e abbracciamo hanno un coperchio di protezione, perciò sono sicure: non sono percorse dalla corrente. Invece le qualità che ci creano problemi, quelle che non abbiamo ancora riconosciuto e fatto nostre, hanno carica elettrica.

Così, quando si presentano individui che mettono in atto una di queste qualità, è come se essi inserissero la spina direttamente nella nostra presa.

Se per esempio siamo a disagio con la nostra rabbia o la neghiamo, attireremo persone colleriche nella nostra vita, sopprimeremo il nostro personale senso di rabbia e sentenzieremo che gli altri sono collerici.

Dal momento che mentiamo a noi stessi riguardo ai nostri sentimenti più intimi, l’unico modo per ritrovarli è vederli negli altri: essi ci rimandano l’immagine riflessa delle nostre emozioni nascoste, e questo ci permette di riconoscerle e riappropriarcene.

Istintivamente ci ritraiamo dalle nostre proiezioni negative: è più facile esaminare ciò da cui siamo attratti piuttosto che guardare ciò che ci ripugna.

Se mi offendo della tua arroganza è perché non sto accettando la mia stessa arroganza. Si può trattare di un sentimento che senza accorgermene sto manifestando nella vita presente, oppure di arroganza che nego di poter manifestare nel futuro. Se la tua arroganza mi offende, devo rivolgere uno sguardo attento a tutte le aree della mia vita e devo pormi qualche domanda.

Quando sono stato arrogante in passato? Mi sto comportando in modo arrogante nel presente? Potrei essere arrogante in futuro?

Sarebbe certo arrogante da parte mia rispondere negativamente a tutte queste domande senza davvero esaminare me stesso o senza chiedere agli altri se abbiano mai visto in me atteggiamenti arroganti.

Proiezione Psicologia
Identificazione proiettiva e la tecnica psicoterapeutica (T.H.Ogden)

L’atto di giudicare qualcun altro è arrogante, perciò ovviamente noi tutti siamo capaci di arroganza. Se abbraccio la mia stessa arroganza, quella altrui non mi potrà turbare: potrò notarla, ma non avrà alcun effetto su di me. (…)

È solo quando mentiamo a noi stessi o odiamo qualche aspetto del nostro io che riceviamo una scossa emozionale dal comportamento di qualcun altro. (…)

Se non fosse per il fenomeno della proiezione, l’Ombra potrebbe rimanere nascosta per tutta la vita perché alcuni di noi hanno seppellito questi tratti quando avevano tre o quattro anni.

(…) Ciò che proiettiamo, se non lo possedessimo anche noi, non potremmo riconoscerlo nemmeno negli altri. (…) Un vecchio detto dice:

Si riconosce solo ciò che si conosce

Negli altri vediamo solo quello che ci piace o non ci piace di noi stessi. (…) Non possiamo vedere noi stessi: dobbiamo avere uno specchio per farlo. Voi siete il mio specchio e io sono il vostro.»
(Illumina il tuo lato Oscuro – Debbie Ford. Macro Edizioni 2012, p.56-70)

«Il mio amico Bill Spinoza (…) sostiene: “Ciò con cui non riuscite ad essere non vi lascerà essere”. Dovete imparare a consentire di esistere a tutto ciò che siete: se volete essere liberi, dovete essere capaci di “essere”.»
(Illumina il tuo lato Oscuro – Debbie Ford. Macro Edizioni 2012, p.22)

Stefan Klein - I sogni. Viaggio nella nostra realtà interiore
I sogni. Viaggio nella nostra realtà interiore (Stefan Klein)

«La proiezione è molto facile da identificare sul piano dell’ego: se qualcosa o qualcuno nel nostro ambiente ci informa, probabilmente non stiamo proiettando; se invece ci turba, ci sono buone possibilità che siamo vittime delle nostre stesse proiezioni.» (Ken Wilber – Meeting The Shadow)

«Sappiamo che la proiezione ha luogo quando qualcuno è emotivamente colpito dal comportamento di un’altra persona, positivo o negativo che sia.»
(Illumina il tuo lato Oscuro – Debbie Ford. Macro Edizioni 2012, p.66)

«Di solito la nostra indignazione per il comportamento degli altri riguarda un aspetto irrisolto del nostro io.»
(Illumina il tuo lato Oscuro – Debbie Ford. Macro Edizioni 2012, p.61)

«Siamo tutti maestri nell’uso della proiezione, un meccanismo di autodifesa che ci toglie dall’imbarazzo di doverci guardare dentro.»
(Deepak  Chopra)


Proiezione Psicologia Jung

Jung e la proiezione

Jung definì la proiezione come un trasferimento inconscio, cioè inconsapevole e non intenzionale, di elementi psichici soggettivi su un oggetto esterno.

L’individuo vede in questo oggetto qualcosa che non c’è, o c’è solo in piccola parte. Talvolta nell’oggetto non è presente nulla di ciò che viene proiettato (…). Non sono soltanto le qualità negative di una persona a essere proiettate all’esterno in questo modo, ma in uguale misura anche quelle positive.

La proiezione di queste ultime genera una valutazione e ammirazione eccessive, illusorie e inadeguate dell’oggetto. L’introspezione nelle proprie proiezioni d’Ombra implica in primo luogo una umiltà morale e una intensa sofferenza.

Invece l’introspezione nelle forme di proiezione dell’Animus e dell’Anima richiede, più che umiltà, soprattutto riflessione, nel senso di saggezza e umanità. Infatti quelle figure intendono sedurci e allontanarci dalla realtà, assorbendoci e conquistandoci. Chi non si impegna in questo non ha vissuto. Chi vi si perde non ha compreso nulla.»
(Marie Louise Von Franz – Rispecchiamenti dell’anima. Proiezione e raccoglimento interno nella psicologia di C. G. Jung)

«(…) il portatore di proiezione non è infatti, e l’esperienza ce lo insegna, un oggetto preso a piacere, ma è sempre un oggetto che offre per così dire un aggancio adatto a ciò che è destinato a sostenere.» (Carl Gustav Jung, 1946)

Proiezione Psicologia Jung
La dinamica dell’inconscio (Jung) – Opere Vol.8

«Per quel che ci è dato sapere, i contenuti inconsci “costellati” (vale a dire attivati) sono sempre proiettati, il che significa che o vengono scoperti in oggetti esterni o per lo meno vengono asseriti come esistenti fuori della propria psiche.

Un conflitto rimosso e il suo tono affettivo devono riapparire da qualche parte. La proiezione causata dalla rimozione non è fatta coscientemente dall’individuo, ma sempre automaticamente, e non è riconosciuta come tale a meno che non intervengano condizioni del tutto particolari le quali costringano al ritiro di essa.

Il “vantaggio” della proiezione consiste nel fatto che ci si libera definitivamente (almeno in apparenza) di un conflitto penoso: ne divengono responsabili un’altra persona o circostanze esterne.»
(C.G.Jung – Simboli della Trasformazione, Edizioni Bollati Boringhieri, p.70)

«La proiezione psicologica, o participation mystique di Lévy-Bruhl, che questi ebbe il gran merito di mettere in rilievo come una qualità caratteristica dell’uomo primitivo, è uno dei fenomeni psicologici più generali e abituali; solo che noi lo definiamo con altre parole e di regola non vogliamo crederlo vero. Noi scopriamo nel vicino tutto ciò che in noi è inconscio; perciò lo trattiamo male. Non lo sottoponiamo più alla prova del veleno, non lo bruciamo e non lo torturiamo, ma lo offendiamo moralmente in tono di profonda convinzione. Ciò che in lui combattiamo è di solito la nostra inferiorità.»
(Jung, Opere 10, in “L’uomo arcaico”)

FINE.


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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

19 Commenti

  1. “Parliamo di amore quando un altro riflette una zona d’ombra che noi ameremmo rendere consapevole dentro di noi, e parliamo invece di odio quando qualcuno riflette un livello molto profondo della nostra ombra, un livello che non vorremmo incontrare in noi. […] più grandi sono i contrasti, più le persone si attirano, perché ognuno ama l’ombra dell’altro.”

    Thorwald Dethlefsen, “Malattia e destino”

  2. Interessante Blog, scoperto da qualche giorno! Il fascino dell’ombra, il fascino del mistero dell’essere. Quando guardiamo gli occhi dell’altra/o che magicamente ci ammaliano, è come se, vedessimo riflesso quel mistero. Da quegli occhi, ci par vedere chiaro, come quando abbiamo un ricordo ben in mente ma, non riusciamo a vedere il Nome, ecco, il velato che attrae, pelle sulla pelle dell’anima dello spirito. Buona serata a tutti voi

    • questo argomento mi ha sempre affascinato e incuriosito. però mi domando … fin dove arriva “la proiezione”? è mai possibile che osservando qualcosa che non ci piace nell’altro sia forzatamente qualcosa che non ci piace di noi? non si rischia di generalizzare troppo il concetto estendendolo a tutta la sfera comunicativa, mentre invece a volte potrebbe essere più semplicemente che “l’altro” ha veramente delle caratteristiche che disapproviamo semplicemente perchè “non etiche” e non necessariamente perchè ci appartengono siano esse in luce o in ombra?!?

  3. Quando vediamo nell’altro una parte di noi stessi ecco che riteniamo di avere a che fare con un nostro simile ma non c’è cosa più sbagliato perchè alla fine l’altro non è come noi ma si rivela così diverso. Il tuo blog è una preziosa risorsa per chi come me cerca di capire molte cose della vita e degli altri. Ma ora sono stanca di capire perchè anche quando capisci il motivo per cui succedono alcune cose la tua vita non migliora affatto. Ci sono meccanismi nascosti e invisibili che ci fanno andare avanti e verso gli altri e anche comprendendo questo niente cambia.

  4. Non so se il concetto di proiezione junghiano sia avvicinabile alla fotografia. Parlo in termini di similitudine. Jung sostiene che ci infastidiscono i comportamenti degli altri quando sono simili ai nostri perlopiu’ celati. In questo consiste la proiezione che può innescarsi. La fotografia non proietta allo stesso modo, pulsioni che abbracciano o respingono. È dalle fotografie, non siamo abbracciati o respinti? Non si configura nel gesto e nella scelta del fotografare qualcosa che aneliamo profondamente o respingiamo? Non vi è proiezione quindi?

  5. quando vediamo nei comportamenti aspetti che ne riflettono il nostro nel più profondo inconscio li allontaniamo proiettandoli in una dimensione che non ci appartiene ,consentendoci di armonizzare quello che non lo è.

  6. mi sto domandando se è possibile che le dinamiche psicologiche su ‘LA PROIEZIONE: Ciò che vediamo negli altri quanto ci appartiene’ in cui è il titolo di questo articolo se è valido anche quando si tratta di relazioni online dietro ad uno schermo cioè sui blog, sui forum, sui social network, sulle chat; oppure queste dinamiche psicologiche sulla proiezione è valido solamente sulla vita fuori da internet o relazioni offline?!

  7. Ho cercato materiale sul tema della proiezione perchè ne sto vivendo un esempio (negativo) macroscopico nella mia vita.
    Avrei una domanda:il meccanismo di proiezione ci porta a selezionare nelle nostre vite individui che rispecchiano nostre caratteristiche irrisolte oppure è un meccanismo che ci porta appunto a proiettare sull’altro vicino a noi delle nostre caratteristiche in modo automatico,senza che l’altro le abbia veramente?

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