Confondendo l’essenziale e l’inessenziale perdi di vista la tua vera natura e coltivi vani desideri. Riconoscendo l’essenziale come tale e l’inessenziale come tale ritrovi la tua vera natura e arrivi all’essenza. (Dhammapada, 11-12)
«Lastoria del Buddha pone attenzione a come sia fondamentale vivere tenendo a mente in ogni istante ciò che è impermanente da ciò che non lo è.
Tutte le cose del mondo sono più o meno essenziali a diversi livelli. Il problema sorge quando l’individuo fa perire la vita che gli è stata donata attaccandosi a ciò che è impermanente, credendo che sia permanente, eterna, infinita…
Il messaggio del Buddha non mirava ad indicarci una via immersa nell’ascetismo e lontana dal mondo delle cose e dei desideri. C’è una sottile precisazione qui.

Delle cose del mondo bisogna invece saperne goderne, attraversarle, superarle, non identificandoci con esse ma guardando la loro vera natura, consapevoli che il significato ultimo della vita non coincide con ciò che è impermanente e di passaggio.
Saperne dunque fare il saggio uso, esperendole come un saggio esperisce e vede i suoi pensieri pur sapendo che questi non indicano nulla della sua essenza.
Coltivare l’essenza, che a sua volta coltiva noi.
Il Sé (Selbst = totalità psichica), come Jung lo definì delineandone una splendida fenomenologia anche all’interno della clinica.»
(di Emanuele Casale)
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Noi siamo chi se ne va, ci suggerisce Borges. Chi non se n’è mai andato, chi non è mai passato, non è mai stato. Vivere è passare. (Emanuele Casale)
«Io m’inoltrai nella morte interiore e vidi che morire esternamente è meglio che morire dentro. E decisi di morire all’esterno e di vivere dentro. Perciò voltai le spalle per andare in cerca del luogo della vita interiore.»
(C.G. Jung – dal Libro Rosso)
« […] Non di rado si ha paura di vivere. E così produciamo in noi quelle che sono vere e proprie morti, lutti interiori. I lutti interiori sono le immagini di quegli orizzonti di vita che non stiamo vivendo, che abbiamo soppresso […]»
(Emanuele Casale – estratto da “I lutti interiori“)
«La morte non è triste…la cosa triste è che il più delle persone non vive affatto.»
(Peaceful Warrior – Il Guerriero di Pace, di Dan Millman)
Bisognerebbe comprendere che la vita è un passaggio. Un vecchio ponte coperto nei pressi di Schmerikon reca la seguente iscrizione: «Tutto è transitorio» (C.G. Jung)
FINE.

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