
L’amicizia. Poetica di un rapporto sempre più raro
«L’amore generò il mondo,
l’amicizia lo salverà!»
(Holderlin)
(di Emanuele Casale)
Mi sembra doveroso dedicare un post sull’Amicizia, questa “sconosciuta”…
Anche il nostro amato Jung aveva un grande amico, fin dall’infanzia, si chiamava Albert Oeri, e la loro amicizia durò fino alla morte. Albert fu determinante per Jung, specialmente nel momento del dubbio, della scelta.
L’amicizia per Jung era molto importante, e questo oltre che dalle lettere lo si evince dall’autobiografia, dove a più riprese sente la necessità di descrivere il principio di alcune sue grandi amicizie, tra queste quella con Albert:
“Tra i miei amici più intimi c’era Albert Oeri: la nostra amicizia durò fino alla sua morte (1950). In realtà la nostra amicizia contava vent’anni più di noi, essendo cominciata poco prima del 1870 con l’amicizia dei nostri padri”
Credo personalmente che l’amicizia sia quel “luogo” di ri-conoscimento e di affetto verso la Verità che l’Altro incarna.
Cosa significa questa Verità?
Tenterò di spiegarlo alla fine di questo articolo…
Buona lettura!

Che cos’è l’Amicizia?
«Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole.»
(C.S. Lewis)
«L’amicizia poi non è nemmeno il luogo dei consigli, dei suggerimenti e neppure della critica. Non siamo lì per ascoltare i lamenti dell’altro o per parlare del più o del meno e buttarci sui luoghi comuni.
L’amico è prima di tutto l’incarnazione di un’energia provvidenziale, di un dio o di una dea che sentiamo silenziosamente al nostro fianco e che ci proteggono.
A un amico non dobbiamo chiedere favori, non possiamo trattarlo come un oggetto e, soprattutto, non dobbiamo giudicarlo. Dobbiamo semplicemente sapere che c’è, che la sua immagine vive al nostro interno, che abita la nostra anima.
Se è un amico, ci accetterà così come siamo, e noi faremo lo stesso con lui. Così saremo insieme anche quando siamo lontani. Senza che lo sappiamo, si sarà formata un’osmosi che innalzerà le energie dell’uno e dell’altro e le fonderà. Saremo una cosa sola. […]
Una vera amicizia è sempre nuova, quando è fra due cervelli liberi dai condizionamenti. È così che la consideravano i saggi ed è per questo che è sempre valida l’osservazione “chi trova un amico trova un tesoro”.
Viceversa bisogna diffidare delle persone a cui non va bene niente, quelle che fanno sempre i distinguo, che ci mettono sempre in discussione. L’amicizia non è il luogo della critica o dell’autocritica.»
(Raffaele Morelli – Non siamo nati per soffrire, p.90-91)

«Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace… Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo.» (Antoine de Saint-Exupery)
Riflessione sull’amicizia (di Emanuele Casale)
«L’amicizia, come l’amore, contiene in sé il proprio “lato ombra“: un rapporto autentico contiene in sé il lato oscuro di entrambi e lo integra in una sintesi d’amore superiore.»
(Pino Tartaglia)
« (…) esiste ad un certo punto una domanda, che può essere terribile ma anche liberatoria, che può far crollare e ridimensionare la visione di un’intera relazione, una domanda da porre a se stessi riguardo alcune relazioni che viviamo con altre persone, che si tratti di relazioni coltivate negli anni o più recenti, dalle relazioni d’amicizia alle relazioni d’amore o parentali.

La domanda è questa:
“In questa relazione quanto l’altro tira fuori da me e quanto “abbraccia” le mie potenzialità, i miei talenti, le cose che amo… ha per caso paura di questi elementi? Quanto li teme o li accetta? Quanto spesso (o quanto mai) si preoccupa di queste cose essenziali nella misura in cui la relazione che abbiamo si pensi sia basata su un qualche saldo fondamento? Quanto ha “simpatia” per la Verità che mi abita? Quanto evita di incontrarmi in questo campo della mia soggettività?”
Delle buone risposte a ciò potremmo trovarle non tanto all’interno della relazione che intratteniamo con l’altro, tanto quanto invece nella relazione che quella persona ha con sé stessa.
Ovvero, potremmo rigirare la domanda e immaginarla di porla a egli/ella stesso/a:
quanto ama e abbraccia il SUO destino, le SUE qualità?
Vedete, si parte davvero sempre da se stessi. Non potrò mai essere amico dell’uomo se non sono amico prima di me stesso, ovvero entrare in “amicizia” e confidenza con la verità che mi abita, con la mia soggettività.
Dov’è il fondamento delle relazioni più importanti se non proprio in questo: ricordare, sottolineare, fare leva, abbracciare, quando è necessario, quei punti di forza dell’altro, luminosi, che nel percorso della vita potrebbero a volte oscurarsi.

Volere la realizzazione e la felicità dell’altro nella sua configurazione unica e individuale che può essere anche molto lontana dalla propria.
Amicizie e relazioni di tale “manifattura” infatti non raramente le troviamo in quelle persone, due amici di lunga data, che quando un terzo li vede dall’esterno la prima cosa che gli viene da pensare è “Quei due! Sono così diversi tra di loro, eppure si sente come una fratellanza e qualcosa che li unisce nel profondo, una similia”.
Relazioni così riscaldano il cuore non solo di quei due individui, ma anche di quelli in loro prossimità. Sono di esempio a noi, al mondo.
Non è un caso se più volte nell’antichità ritroviamo alcuni insegnamenti sull’amicizia, come quello del Buddha quando dice
“Cerca l’amicizia di coloro che amano la verità.”
O ancora Sant’Agostino quando afferma “Nessuno può essere veramente amico dell’uomo se non è innanzi tutto amico della verità.”.
Ma di quale verità parlano questi saggi?

Non certo di quella verità di cui si parla in filosofia o nei campi del sapere umano che ha a che fare con la conoscenza e la veridicità o la falsità riguardo un enunciato o una realtà.
Parlano di quella “Verità” che è interiore ad ogni uomo e ogni donna e che coincide con quel nocciolo significativo della nostra individualità, la verità più manifesta e palese di chi siamo nel profondo.
Perciò solo chi è amico di questa “Verità” interiore dell’uomo, del suo essere unico nel suo genere, allora può essere realmente un buon amico per l’altro. Questo è il senso dei due insegnamenti.
Solo in questo spazio di riconoscimento di tale Verità (alterità) nasce realmente l’amicizia, ma anche l’amore e tutte le più profonde relazioni umane propulsive che ci svelano, che ci portano, che ci accompagnano, che ci guidano, che risplendono nell’infinito.»
(Emanuele G. Casale)
«Credo che l’amicizia sia quel “luogo” di ri-conoscimento e di affetto verso la Verità che l’Altro incarna.» (Emanuele Casale)
«L’amicizia è riconoscere la musica che hai dentro in un mare di frastuono.» (Emanuele Casale)

«Di recente ho scoperto una cosa: i veri amici sono quelli che ci stanno accanto quando accadono le cose belle. Essi si schierano dalla nostra parte, gioiscono per le nostre vittorie. I falsi amici sono quelli che compaiono soltanto nei momenti difficili, con una triste espressione di “solidarietà”: in realtà, la nostra sofferenza serve a consolarli per le loro vite miserabili.»
(Paulo Coelho, Lo Zahir)
«Quando si lotta per qualcosa di importante bisogna circondarsi di persone che sostengono il nostro lavoro.
È una trappola e un veleno avere intorno persone che hanno le nostre stesse ferite ma non il desiderio vero di guarirle.»
(Clarissa Pinkola Estés – Psicanalista Junghiana)
FINE.
L’ha ribloggato su LE PORTE DELLA PERCEZIONE: Blog di Irene Belloni.