Come la mente produce molecole che cambiano l’organismo. Jung e psicobiologia

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Candace Pert
Candace Pert

La psiche altera e regola i geni e la biochimica del corpo

Un libro-cult della neuroscienziata e farmacologa Candace Pert, che scoprì il recettore per gli oppiacei, il sito di legame cellulare per le endorfine nel cervello.

Con la prefazione dei più rivoluzionari medici alternativi, Deepak Chopra.

  • Più giù un paragrafo dedicato alle intuizioni psicobiologiche di Jung che ritrovano conferme scientifiche nella moderna psicosomatica e la sua ipotesi biochimica sulle malattie mentali.

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Di cosa parla il libro “Molecole di Emozioni” (di Candace Pert)

Molecole di Emozioni - Candace Pert
Molecole di Emozioni (Candace Pert)

Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e le nostre emozioni influiscono sulla nostra salute?

In questo libro l’autrice cerca di rispondere a queste e altre domande che scienziati e filosofi pongono da tempo. Dopo la scoperta che esiste una base biomolecolare delle emozioni, l’autrice illustra i nuovi sviluppi scientifici e fornisce una chiave per comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e il legame che esiste tra mente e corpo.

«In “Molecules of Emotion” la Pert descrive come il suo studio dei recettori processori di informazioni, situati sulle membrane cellulari dei nervi, l’aveva portata a scoprire che gli stessi recettori “neurali” erano presenti in molte, se non tutte, le cellule del corpo.

Psicologia Psichiatria Psicoanalisi
Psichiatria, Psicoanalisi e nuova biologia della mente (Eric R. Kandel)

I suoi eleganti esperimenti dimostrano che la “mente” non è localizzata nel cervello, ma è distribuita in tutto il corpo attraverso le molecole-segnale.

Fatto ancora più importante, i suoi studi rivelano che le emozioni non sono prodotte soltanto da un feedback nel corpo in risposta alle informazioni ambientali. Attraverso l’auto-coscienza, la mente può usare il cervello per generare “molecole di emozione” scavalcando il sistema.» (Bruce Lipton – La Biologia delle credenze, p.153)

La Biologia delle credenze (Bruce Lipton)
La Biologia delle credenze (Bruce Lipton)

Jung e la psicobiologia. Un accenno

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«L’influenzabilità della psiche e del corpo è reciproca: si può alterare lo stato psichico con prodotti chimici, ma è possibile anche, attraverso un’alterazione psichica, influenzare i processi chimici del corpo. […] Probabilmente tutti gli archetipi hanno anche qualche fondamento organico» (Marie Louise von Franz, 1988 – Psiche e Materia)
 
«Poiché la psiche umana vive in inscindibile unità con il corpo, la psicologia può distaccarsi solo artificiosamente da premesse biologiche.» (C.G.Jung, 1937)
 
Jung fu anche precursore di un certo approccio “biochimico” alle malattie mentali. Nella storia della psicologia infatti Jung fu il primo a formulare l’ipotesi psicobiologica delle malattie mentali.
 
Secondo questa sua ipotesi (1959), in merito alla schizofrenia, pensava che “tossine fissanti i complessi” potessero concorrere nell’origine della schizofrenia, pur sottolineando che in ultima analisi, per le malattie mentali, fosse sempre il “primato psicogeno” a preponderare nell’eziopatogenesi.
Psiche e Materia
Psiche e materia (M.L.von Franz)
 
Oltre a ciò Jung è oggi riconosciuto padre della moderna psicosomatica, che differisce da quella di stampo psicoanalitico la quale prevedeva un semplicistico rapporto “causale” psiche -> corpo non comprovato da studi scientifici, bensì quella attualmente in auge che vede la psiche e il corpo in rapporto di sincronicità.
 
Per un approfondimento ti lascio qui un importante articolo pubblicato nella famosa rivista “Studi Junghiani” del dott. Mario Mengheri  ➡️ La psicosomatica come fenomeno sincronistico

Chi è stata Candace Pert?

Mente Materia Psicobiologia

Candace Beebe Pert (Manhattan, 26 giugno 1946 – Potomac, 12 settembre 2013) è stata una neuroscienziata e farmacologa statunitense che ha scoperto il recettore per gli oppiacei, il sito di legame cellulare per le endorfine nel cervello.

La Pert è stata una farmacologa di fama internazionale, e la maggior parte dei suoi lavori verte sui peptidi ed i loro recettori, e sul ruolo dei neuropeptidi nel funzionamento del sistema immunitario. Il suo primo lavoro di ricerca riguardò la scoperta dei recettori degli oppiacei e la loro azione.

Ha tenuto conferenze in tutto il mondo su questo tema e su altri argomenti, incluso le sue teorie sulle emozioni e sulla comunicazione corpo/cervello. Il suo famoso libro 📙 “Molecole di Emozione: perché sentiamo quel che sentiamo?” (1997) tratta proprio delle sue ricerche e teorie.

Mente Cervello
Il potere della mente. Come il pensiero agisce sul nostro cervello (Michel Le Van Quyen)

Ha coinvolto molti pazienti nella ricerche cliniche per il trattamento con peptidi modificati di psoriasi, malattia di Alzheimer, sindrome da affaticamento cronico, ictus e traumi cranici. Uno di questi peptidi, il Peptide T, è stato preso in considerazione per la terapia dell’AIDS e del neuroAIDS. L’NIH ha condotto uno studio verso placebo su oltre 200 pazienti, focalizzandosi sul miglioramento neurocognitivo, tra il 1990 ed il 1995.

I risultati dimostrarono che il Peptide T non differisce significativamente dal placebo sulla funzione cerebrale (che era il primo end point dello studio), ma si associa a miglioramento della performance (memoria e apprendimento) nel sottogruppo di pazienti con lo stato cognitivo peggiore.

Un’analisi sull’effetto antivirale sullo studio dell’NIH ha dimostrato una carica virale periferica (plasma e siero) significativamente ridotta nel gruppo trattato con peptide T[3]. Uno studio su 11 pazienti sull’effetto del peptide T sulla carica virale cellulare dimostrò una riduzione dell’infezione del reservoir fornito dai monociti infetti, fino all’impossibilità di rilevazione nella maggior parte dei pazienti. L’eliminazione dei reservoir virali è un importante obiettivo della terapia.

FINE.


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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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