
La psiche altera e regola i geni e la biochimica del corpo
Un libro-cult della neuroscienziata e farmacologa Candace Pert, che scoprì il recettore per gli oppiacei, il sito di legame cellulare per le endorfine nel cervello.
Con la prefazione dei più rivoluzionari medici alternativi, Deepak Chopra.
- Più giù un paragrafo dedicato alle intuizioni psicobiologiche di Jung che ritrovano conferme scientifiche nella moderna psicosomatica e la sua ipotesi biochimica sulle malattie mentali.
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Di cosa parla il libro “Molecole di Emozioni” (di Candace Pert)

Perché proviamo certe sensazioni? In che modo i nostri pensieri e le nostre emozioni influiscono sulla nostra salute?
In questo libro l’autrice cerca di rispondere a queste e altre domande che scienziati e filosofi pongono da tempo. Dopo la scoperta che esiste una base biomolecolare delle emozioni, l’autrice illustra i nuovi sviluppi scientifici e fornisce una chiave per comprendere noi stessi, i nostri sentimenti e il legame che esiste tra mente e corpo.
«In “Molecules of Emotion” la Pert descrive come il suo studio dei recettori processori di informazioni, situati sulle membrane cellulari dei nervi, l’aveva portata a scoprire che gli stessi recettori “neurali” erano presenti in molte, se non tutte, le cellule del corpo.

I suoi eleganti esperimenti dimostrano che la “mente” non è localizzata nel cervello, ma è distribuita in tutto il corpo attraverso le molecole-segnale.
Fatto ancora più importante, i suoi studi rivelano che le emozioni non sono prodotte soltanto da un feedback nel corpo in risposta alle informazioni ambientali. Attraverso l’auto-coscienza, la mente può usare il cervello per generare “molecole di emozione” scavalcando il sistema.» (Bruce Lipton – La Biologia delle credenze, p.153)
- Qui il link al libro della Pert: Molecole di Emozioni. Perché sentiamo quel che sentiamo?
- Qui il link ad un altro libro simile sullo stesso argomento, di Bruce Lipton, eletto come miglior libro di scienza del 2006: La Biologia delle credenze.

Jung e la psicobiologia. Un accenno
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Chi è stata Candace Pert?
Candace Beebe Pert (Manhattan, 26 giugno 1946 – Potomac, 12 settembre 2013) è stata una neuroscienziata e farmacologa statunitense che ha scoperto il recettore per gli oppiacei, il sito di legame cellulare per le endorfine nel cervello.
La Pert è stata una farmacologa di fama internazionale, e la maggior parte dei suoi lavori verte sui peptidi ed i loro recettori, e sul ruolo dei neuropeptidi nel funzionamento del sistema immunitario. Il suo primo lavoro di ricerca riguardò la scoperta dei recettori degli oppiacei e la loro azione.
Ha tenuto conferenze in tutto il mondo su questo tema e su altri argomenti, incluso le sue teorie sulle emozioni e sulla comunicazione corpo/cervello. Il suo famoso libro 📙 “Molecole di Emozione: perché sentiamo quel che sentiamo?” (1997) tratta proprio delle sue ricerche e teorie.

Ha coinvolto molti pazienti nella ricerche cliniche per il trattamento con peptidi modificati di psoriasi, malattia di Alzheimer, sindrome da affaticamento cronico, ictus e traumi cranici. Uno di questi peptidi, il Peptide T, è stato preso in considerazione per la terapia dell’AIDS e del neuroAIDS. L’NIH ha condotto uno studio verso placebo su oltre 200 pazienti, focalizzandosi sul miglioramento neurocognitivo, tra il 1990 ed il 1995.
I risultati dimostrarono che il Peptide T non differisce significativamente dal placebo sulla funzione cerebrale (che era il primo end point dello studio), ma si associa a miglioramento della performance (memoria e apprendimento) nel sottogruppo di pazienti con lo stato cognitivo peggiore.
Un’analisi sull’effetto antivirale sullo studio dell’NIH ha dimostrato una carica virale periferica (plasma e siero) significativamente ridotta nel gruppo trattato con peptide T[3]. Uno studio su 11 pazienti sull’effetto del peptide T sulla carica virale cellulare dimostrò una riduzione dell’infezione del reservoir fornito dai monociti infetti, fino all’impossibilità di rilevazione nella maggior parte dei pazienti. L’eliminazione dei reservoir virali è un importante obiettivo della terapia.
FINE.