«Sinoi ci troviamo in questa guerra. E lei stessa è il campo di battaglia . Cosa possiamo fare? Il resistere al Diavolo trasferisce a lui tutta la forza derivata dalla nostra mancata accettazione, fino al punto in cui noi cadiamo nell’incoscienza! Allora sì che tutto è perduto!
Dobbiamo rimanere vigili, dobbiamo essere testimoni, non dobbiamo rischiare l’identificazione.
Interroghi allora il diavolo, gli chieda che cosa vuole da lei, ora che sta distruggendo i suoi valori, il suo senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, i suoi progetti, i suoi desideri, l’intero mondo del suo Io.
Abbia compassione del lato oscuro di Dio, che così intensamente opera su di noi in questo momento! Non resista al Male! …non resista al male!»
(Risposta di Jung in seguito ad un sogno raccontatogli dalla sua allieva Alwine von Keller – Carl Gustav Jung a Eranos 1933-1952” – Antigone Edizioni, p.169)

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Discutibile o meglio assurda la posizione di Jung relativa alla resa alle suggestioni del Male. Essa azzera ‘de facto’ qualsiasi norma etica. Allora se mi viene voglia di fare una strage o di compiere un sacrificio umano, dovrei soccombere senza obiezioni alla suggestione che m’è nata dentro? La mia risposta è ovviamente no.
E meno male che l’autore l’aveva scritto in grassetto..
“Dobbiamo rimanere vigili, dobbiamo essere testimoni, non dobbiamo rischiare l’identificazione.”
TRADUZIONE: Quando, in un lavoro introspettivo:
1 – sei cosciente, cioè ti rendi conto che tu NON SEI (solo) l’Ombra, ma essa è una parte di te;
2 – sei testimone, cioè osservi il comportamento dell’Ombra come se fossi uno spettatore;
3 – NON TI IDENTIFICHI: cioè non ti lasci dominare dall’Ombra pur accettando la sua presenza poichè essa è un’ imprescindibile parte di te che non và negata (“non resista al Male!”) ma INTEGRATA e dandole una “valvola di sfogo” attraverso processi creativi come ad esempio l’arte (le dai uno scopo).
ERGO: Se ti viene voglia di fare una strage o un sacrificio umano e non sei identificato con l’Ombra, scrivi una storia horror o componi un brano musicale dalle tinte forti; altrimenti.. 🙂
e’ ovvio che stiamo parlando di una terapia e che Jung si rivolge ad una paziente, non al mondo intero. se non si e’ capaci di comprendere il contesto allora non si e’ capaci nemmeno di entrare nell’ analisi, leggere Jung, studiarlo o approfondirlo. E nemmeno Hillman.
Oh finalmente uno che ha giudizio