“Le maledizioni di Saturno che mi avevano afflitto (freddezza e distacco, ossessioni del pensiero, sindromi depressive che mi paralizzavano nell’azione, preoccupazioni materiali, goffaggine nell’utilizzo di congegni elettronici o in generale di cose a me non familiari, fardelli di responsabilità, periodi di rigidità e intrattabilità verso gli altri e verso me stesso), tutte queste maledizioni erano state valutate solo per la loro apparenza. Non avevo afferrato la loro efficacia: come esse mi avevano protetto, tenuto sulla via fedele alla mia vocazione, lasciato il tempo di pensare ed apprezzare la solitudine e come avessero permesso che la mia tendenza all’ordine fosse sconfitta in favore dell’assenza e del vuoto. In altre parole le maledizioni che attribuivo a Saturno erano delle benedizioni. Quel giorno compresi che siamo noi che facciamo di Saturno un pianeta sinistro e maledetto interpretando le sue benedizioni in una visione ristretta ed oppressiva, come pesanti fardelli piuttosto che carichi doni. Scordiamo una metà; la parte celeste del male. Per questa ragione non c’è un Dio che ci maledice; siamo noi che abbiamo maledetto Dio, mal interpretando la sua efficacia.”
(James Hillman)
L’ha ribloggato su Libertà Emotivae ha commentato:
!!!