La poesia descrive un universo che hai vissuto ma che ti manca (Matteo Marino)

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Matteo Marino La poesia
Dipinto di Matteo Marino

Psicologia e Poesia: 
di seguito i versi poetici dell’amico e psicoterapeuta junghiano Matteo Marino, che mi ha gentilmente concesso di pubblicare per l’area “POESIA” del Jung Italia.


 

(di Matteo Marino)

La Poesia…

E’ un momento, un attimo, una manciata di minuti che possono riassumere una vita.
La poesia descrive, riassume, ingloba un universo che hai vissuto ma che ti manca…
e che ha lasciato un vuoto che devi a tutti i costi colmare con le parole,
che non bastano mai…

Le emozioni che si porta dietro, e dentro, sono solo schegge
che una volta entrate nella carne, non se ne vanno più via.
Il momento poetico è proprio quando ti manca la poesia, quando non vivi la poesia della vita,
ma dalla quale ne sei stregato perché sai cosa vuol dire Poesia.

Il poeta vive, soffre, ama, soffre un’altra volta, si isola,
poi si circonda di mille persone, a volte virtuali a volte fatte di carne a volte fatte di
anima,
poi si isola di nuovo ed osserva il mondo…
con gli occhi della poesia vissuta.

La poesia non ha metrica, il suo metro sono i fiumi di lacrime versate per partorirla
e i litri di sangue versati per lottare, tramutati in inchiostro per scrivere, ricomporre,
ricreare…
È un contenitore di versi in cerca di un verso…
che solo chi la legge col cuore può cogliere.

La poesia è vissuta dal poeta, ma soprattutto da chi nutre il poeta,
ed il poeta scrive di tutti e per tutti,
anche se sembra un povero sfigato depresso
che crea strabilianti scritti autobiografici.

La via lattea si illumina di stelle, il mondo s’illumina di poesie,
il poeta vive di fatti illuminanti,
un pò come lo scienziato e il giornalista,
con l’unica differenza che lui non fa audience né notizia

Non scopre nulla di che, se non quello che le persone semplicemente vivono
ma forse non sanno di vivere (non ne hanno consapevolezza),
oppure quello di cui non trovano le parole
o ancor peggio quello che non vogliono vivere, negandoselo.

Il poeta non è uno psicologo, non è un artista, né uno scrittore né un sensitivo,
ma solo un sensibile, non per forza romantico, che nel suo piccolo è collegato al mondo,
ma anche lui non sa quel che fa, e del perché lo fa!
L’unica cosa che sa, è che la sua mano và…!

(Matteo Marino – Bologna 24/10/2013) 

Licenza Creative Commons 

Hermann Hesse e il mito di Sé. L’uomo creativo che viveva con gli Archetipi (Matteo Marino)

Riflessione di Matteo Marino

Il mio contributo, in qualità di psicologo junghiano, attraverso il percorso individuativo e creativo che perseguo anche attraverso la pittura e la poesia, fa luce sull’importanza dell’espressione creativa di ognuno di noi, potenziale che dà voce all’essenza della singola persona.

Sento il bisogno e il dovere di unire l’amore e la passione per l’arte alla professione di psicologo, cercando connessioni stimolanti e facendo emergere il senso di questo cammino sincronistico di immagine e parola.

Accompagnando le poesie ai dipinti, ho dato voce al percorso evolutivo interiore che è anche percorso artistico, individuale ma allo stesso tempo collettivo, dal momento che un’opera non appartiene mai soltanto a chi la crea, ma anche a chi lo circonda e a chi lo ha preceduto, influenzandolo o ispirandolo, stimolandolo o provocandolo.

Il mio intento (svelato anche nel mio libro “Là dove…il tempo e lo spazio ci aspettano”) è mostrare come immagine e parola, seppur strumenti diversi di espressione, nascano dalle medesime fonti di emozioni e sentimenti, e percorrano strade che giungono alla solita meta, completandosi e riconciliandosi, sfociando nel solito mare di colori e dando voce ad un’unica opera: l’esperienza di vita di chi la crea.

FINE.

 

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