Nel 1958 Jung decise di scrivere un memoriale dei suoi primi ricordi, parte dei quali aveva già riferito ad Aniella Jaffè nelle interviste. La Jaffè informò Kurt Wolff che Jung le aveva detto che, parlando della propria vita, il significato di molte cose gli si era ora chiarito. Il memoriale venne chiamato “Dalle prime esperienze della mia vita”, ed era indirizzato ai figli di Jung. Inizia con queste righe:
«Quando scrivo, consciamente o inconsciamente ho sempre di fronte a me un pubblico, e ciò che scrivo è sempre una lettera al mondo, quindi vi trovo, cari figli, in prima fila del mio uditorio. Vorrei informarvi di come mi sia evoluto, il che significa raccontarvi il poco che riesco a ricordarmi dell’oscurità della mia giovinezza.»
(Sonu Shamdasani-Jung messo a nudo dai suoi biografi, anche–Magi Edizioni 2008 (2005 in inglese), p.40)
L’ha ribloggato su tavolozza di vita.
Ma quale è il che riporta questo memoriale. Sarebbe interessante leggerlo. Grazie, attendo risposta,
Non è accessibile a noi. Sono documenti inediti in possesso dell’archivio Jung in mano agli eredi e alla fondazione Philemon Foundation.
Questi sono solo alcuni stralci che Shamdasani ci ha potuto condividere…
Salve,NON HO MAI CAPITO IL CONCETTO DELLA FAMOSA FRASE DI JANG,QUANDO DICE IN OGNUNO DI NOI C’E’ UN’ALTRO ESSERE CHE NON CONOSCIAMO,E CHE CI PARLA ATTRAVERSO I SOGNI,E CHE CI FA SAPERE CHE VEDE LE COSE IN MODO DIVERSO DA CIO’ CHE CREDIAMO DI ESSERE.GRAZIE
può capitare!
In poche parole non capita a tutti.Ma questo essere si riferiva all’inconscio?Grazie per la risposta
peccato!
grazie!