Diventiamo ciò che conosciamo. “Conoscere” è nascere insieme alla cosa conosciuta

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Raimon Panikkar

In realtà nessuna consapevolezza è possibile senza il fuoco dell’emozione e del dolore.
(Marie Louise Von Franz – Sguardo dal sogno)

«Quando conosciamo simbolicamente, la nostra esperienza del reale torna a essere intrisa di soggettività.

Si tratta di un’intelligenza d’amore dove, in un certo senso, come dice Raimon Panikkar, diventiamo anche ciò che conosciamo.

“Il pensare è il contrario dello sperimentare. Sperimentare è fare violenza, cambiando una variabile per vedere come reagisce il tutto. Il pensare è soppesare la cosa in sé per goderla, per capirla, perché diventi parte di me. Conoscere è nascere insieme alla cosa conosciuta. (2007, p.11, Panikkar)

E ancora:

“Chiamiamo conoscenza la presenza di un oggetto nella nostra coscienza. Questa presenza non è l’apparizione di un’immagine nella nostra retina conoscitiva, ma la sua penetrazione in essa. Per questo uno diventa, arriva a essere ciò che veramente conosce. Un’epistemologia avulsa dalla sua ontologia sarà forse episteme, ma non gnosis” (Ivi, 2004/05, p.97, Panikkar) 

(tratto dalla prefazione di Elena Caramazza a Le Conferenze di Basilea, 1934 – Introduzione alla Psicologia Analitica, p.28)

La religione, il mondo e il corpo (Panikkar)
La religione, il mondo e il corpo (Panikkar)

«Soltanto se s’impara qualcosa con il cuore lo si possiede veramente. In altre parole, se ciò che s’impara non è associato ai sentimenti, se non sprofonda nel corpo sino a raggiungere “anahata” (chakra del cuore), è così volatile che vola via. Per essere trattenuto dev’essere associato al centro inferiore.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, p.91)


LIBRI DI PANIKKAR
Vita e parola. La mia opera (Panikkar)
Vita e parola. La mia Opera (Panikkar)

 

Lo spirito della parola (Panikkar)
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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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