
«E’ fama che non v’è generazione che non conti quattro uomini retti che segretamente sorreggono l’universo
e lo giustificano davanti al Signore. […]
Ma dove trovarli, se vivono sperduti per il mondo e anonimi
e non si riconoscono quando si vedono
e se neppure essi conoscono l’alto magistero che esercitano?»
(Jorge Luis Borges – Aleph)
Si dice che in qualsiasi momento [della storia umana] esistano nel mondo 36 persone speciali, e se non fosse per queste persone, tutte queste persone, se anche una sola di esse mancasse, il mondo verrebbe a finire. Le due lettere ebraiche che formano il numero 36 sono lamed, che è 30, e vav, che è 6. Di conseguenza queste 36 persono vengono citate comeLamed-Vav Tzadikim. Questa inusuale credenza ebraica, molto popolare, si basa su una dichiarazione talmudica che afferma che in ogni generazione 36 giusti “accolgono la Shekhinah” – la Presenza Divina (Trattato Sanhedrin 97b; Trattato Sukkah (Talmud) 45b).
La tradizione ebraica ritiene che le loro identità siano sconosciute anche tra di loro stessi e che, se uno di loro giunge a comprendere il vero scopo della propria esistenza, allora potrebbe morire e verrebbe immediatamente sostituito da un altro giusto:
I Lamed-Vav Tzaddikim sono anche noti come Nistarim (“nascosti”). Nei nostri racconti folcloristici emergono dal loro occultamento volontario e, grazie ai poteri mistici che possiedono, riescono a scongiurare gli incombenti disastri di un popolo perseguitato dai nemici che li circondano. Tornano al loro anonimato non appena il loro compito è finito, ‘nascondendosi’ nuovamente nella comunità ebraica in cui vivono relativamente anonimi. I lamed-vavnik (abbreviazione yiddish), sparsi come sono in tutta la diaspora, non si conoscono tra di loro. In occasioni molto rare, uno di loro viene ‘scoperto’ per caso, ma il segreto della sua identità non deve essere divulgato. Ilamed-vavnik stessi non sanno di far parte dei 36 giusti. Infatti, la tradizione vuole che se una persona asserisse di essere uno dei 36, questa sarebbe la prova che certamente non lo sia. Dal momento che ognuno dei 36 è modello di anavah (“umiltà”), tale virtù gli precluderebbe la propria autoproclamazione (di essere tra detti giusti). I 36 sono semplicemente troppo umili per credere di essere parte dei 36.
Nello Zohar è scritto che gli Zaddiqim anche morti sono [come] vivi(cfr Mosè e Re David) ed i malvagi, anche in vita, sono come morti.
il Baal Shem Tove lo Ohr ha-Chaim, Shneur Zalman di Liadi asserì nel nome dello Zohar che “Colui che alitò la vita nell’uomo, la espirò da Se Stesso.” Quindi l’anima proviene dall’essenza divina.
Quando recito il Santo Rosario, nelle richieste di preghiere pubbliche che presentiamo nei gruppi di cattolici, inserisco questa intenzione di preghiera: “per i vivi che sono già morti, e per i morti che sono invece vivi”. Intendo per la conversione dei peccatori, e per le anime sante del purgatorio. Interessante per me incunearmi anche nella conoscenza dello Zohar.