
Atti che sono angeli
(di Emanuele Casale)
«Qualche poeta diceva che esistono atti, azioni, che sono come Angeli.
Atti che portano con sé il loro passato, presente e futuro, tutto quanto. Si stagliano nel presente come se fossero gocce di eterno, simboli che si declinano nel mondo fenomenico.
Esistono degli atti che sembrano essere come una fenditura nell’ordinario, da cui echeggia un vento antico e di…”casa”. Imperativi categorici, atti di necessità.
Ci sono azioni e agìti che provengono non già dall’Io, ma dal Sé, il centro psichico, il Selbst, quella totalità psichica di cui ci parla Jung.
Sono atti molto rari, a cui l’uomo ordinario difficilmente può accedervi nel quotidiano. Gli antichi maestri di meditazione lo sapevano bene…
Sono come azioni e atti che riverberano e producono degli eco provenienti da una personalità interiore molto più ampia della nostra, molto più lontana, antica. In questi atti si declina il Sé (la totalità psichica).

Cosa hanno di diverso questi atti dettati dal Sé, rispetto a quelli ordinari?
Possono essere innanzitutto sia inconsci che consci, e sono caratterizzate da una peculiare intensità di libido (energia psichica) a cui probabilmente – in quel momento preciso che vengono espletati – fa capo una rete di archetipi sottostanti attivatisi (costellati) per le più svariate ragioni.
a) Nel caso tali atti siano consci, l’Io ne prende parte attiva, ne è partecipe e in qualche modo è sempre comunque subordinato a quel centro dal quale proviene l’impulso d’azione, ovvero il Sé. In tale caso diviene così un atto egosintonico, da cui si sprigiona un’enorme energia che è in grado di smuovere infiniti mondi, situazioni, blocchi, nodi, stasi.
b) Nel caso siano inconsci tali atti, invece, essi possono ricoprirsi di un sapore molto amaro a volte.
Rientrano in questa categoria un po’ quegli atti di cui generalmente ce ne pentiamo subito – o quasi – una volta espletati. Ma ciononostante sono in qualche modo necessari perché anch’essi smuovono nuclei di energia psichica che andavano evidentemente smossi, come a dire che a volte questo Sé straniero in noi deve pur ricorrere a rimedi brutali – e non sempre convenienti all’economia del nostro Io – pur di portarci in salvo da noi stessi o di agire secondo un nostro benessere più prioritario, più ampio, un benessere a cui noi non stiamo riuscendo ad accedere in determinati situazioni dove la nostra coscienza risulta essere posseduta e annebbiata da fattori autonomi.
In conclusione…
Questa tipologia di azioni del Sé è in realtà molto nota ai più. Vengono spesso descritte da molte persone – in maniera istintiva – con tali tinte quando vengono esperite, “come se ci fosse stata una mano invisibile a dirigermi in quel momento”, o anche “come se qualcosa o qualcuno di molto intimo e conosciuto mi sorreggesse e, nonostante Io, potessi procedere oltre”; “in quel momento ho agito come mai agirei in altre occasioni: era una parte più saggia di me, più antica, ma che era sempre me.”
FINE.
di Emanuele Casale
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(di Emanuele Casale)
come sempre bellissimo ed interessantissimo articolo! 😀