DSM. Il manuale diagnostico
delle “bufale” (pseudo) scientifiche
“Non esiste una definizione di disturbo mentale. E’ una stronzata!”.
Così ha dichiarato il dottor Allen Frances, il capo redattore del D.S.M.-IV.
“Al momento non conosciamo le cause di praticamente nessun disturbo mentale.”
rincara Darrell Regier, direttore delle ricerche dell’A.P.A. e presidente della Task Force per il D.S.M.-V.
Due tra le massime autorità a livello mondiale della psichiatria affermano che “non esiste una definizione di disturbo mentale” e che “non conosciamo le loro cause”.
Questa affermazione, oltretutto in modo incongruente, viene confermata dallo stesso D.S.M. che nell’introduzione riporta:
“Sebbene in questo manuale venga definita una classificazione dei disturbi mentali, si deve ammettere che nessuna definizione specifica adeguatamente i confini precisi del concetto del disturbo mentale”.
FINE.
📘 Qui un libo di Allen Frances, dove spiega nel dettaglio l’imbarazzante situazione e la smania diagnostica odierna che è sempre più basata su un’infondatezza dei dati scientifici ed empirici, nonchè epistemologici:

Di cosa parla il libro?
Considerato dagli psichiatri di tutto il mondo il testo imprescindibile di riferimento, il DSM (Diagnostic and Statistical Manual), pubblicato dalla American Psychiatric Association e tradotto in decine di lingue, è la fonte primaria che definisce il limite tra ciò che è normale e ciò che è patologico in relazione alla psiche. Passato attraverso quattro edizioni, il manuale è giunto ora alla quinta stesura, il DSM-5, ma questa volta la pubblicazione ha scatenato feroci e allarmanti polemiche.
A capo dei critici più agguerriti si trova Alien Frances, l’autore di questo libro, scienziato autorevole e psichiatra tra i più apprezzati, che sa bene di cosa parla, dal momento che proprio lui aveva diretto la redazione del precedente DSM-IV.
Secondo la sua analisi, precisa e convincente, la nuova edizione del manuale diagnostico rischia di fare più male che bene. L’impostazione del volume allarga infatti a tal punto lo spettro delle patologie psichiche da lasciare ben poco spazio alla “normalità”, che quasi scompare.
Siamo tutti malati: un regalo alle industrie degli psicofarmaci e una resa di fronte alla crescente medicalizzazione della società, divenuta sempre meno capace di gestire serenamente fenomeni comuni, che sono sempre esistiti, come il lutto, l’invecchiamento o la naturale vivacità dei giovani.
Si moltiplicano invece le diagnosi di patologie per ogni comportamento, perdendo in questo modo la visione pluralista dell’universo psichico…