Rilke e la sua memorabile lettera: la maggior parte degli avvenimenti sono indicibili

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Rainer Maria Rilke
Rainer Maria Rilke

“Ricerchi il profondo delle cose, dove l’ironia non scende mai”
(Rilke – Lettere a un giovane poeta – 1903)

LLettere a un giovane poeta sono tra i tesori letterari più preziosi al mondo, intrisi di enorme spessore umano, che toccano il cuore di ogni lettore.

Queste lettere sono il risultato di uno scambio epistolare durato 5 anni (1903 – 1908),  che vede protagonisti Franz Xaver Kappus, un giovane allievo dell’Accademia militare di Wiener Neustadt, e il già allora scrittore-poeta Rainer Maria Rilke.

[ più giù la lettera integrale ]

Il giovane Franz scopre che quella stessa accademia, anni prima, era stata frequentata da un noto poeta, lo stesso Rainer M. Rilke. Così decide di scrivergli.

Franz si diletta a scrivere componimenti poetici, e sogna – come molti – di condurre una vita diversa e di certo non dedita ai servizi militari.

Così decide di scrivere proprio a Rilke, lo stesso Rilke che anni prima – come lui – frequentava quell’Accademia e che ora era diventato un poeta e uno scrittore.

Rilke terrà una sincera corrispondenza col giovane poeta, dispensando consigli molto umili, perle di saggezza e di infinita umanità e universalità.

Lettere ad un giovane poeta (Rilke)
Lettere ad un giovane poeta (Rilke)

Sono queste righe molto dense e provenienti da un’esperienza di vita sincera, vissuta, righe che toccano temi come l’amore per la solitudine, la necessità di essa, l’arte e la sua invulnerabilità dalla critica, i dissidi interiori e come superarli…

Ma ora leggiamo subito questa meravigliosa lettera…

Di seguito, in versione integrale, una delle lettere più famose e più significative dell’epistolario.

Inoltre, alla fine dell’articolo, troverai in allegato un video dove la stessa lettera viene recitata magnificamente da Vacis, in un vecchio programma della Rai.

BUONA LETTURA!

In sostanza, e proprio nelle cose più profonde e importanti, siamo indicibilmente soli, e affinché uno possa consigliare e anzi aiutare l’altro, deve accadere molto, molto deve riuscire, una intera costellazione di cose si deve realizzare perché si ottenga una volta lo scopo. (Rilke – Lettere a un giovane poeta – 1903)


Rainer Maria Rilke Lettere giovane poeta

Lettera di Rilke

Rilke a Franz –
Parigi, 17 febbraio 1903

Egregio signore, la sua lettera mi è giunta solo alcuni giorni fa. Voglio ringraziarla per la sua grande e cara fiducia. Poco altro posso.

Non posso addentrarmi nella natura dei suoi versi, poiché ogni intenzione critica è troppo lungi da me.

Nulla può toccare tanto poco un’opera d’arte quanto un commento critico: se ne ottengono sempre più o meno felici malintesi.

Le cose non si possono tutte afferrare e dire come d’abitudine ci vorrebbero far credere; la maggior parte degli avvenimenti sono indicibili,

si compiono in uno spazio in accesso alla parola, e più indicibili di tutto sono le opere d’arte, esistenze piene di mistero la cui vita, accanto all’effimera nostra, perdura.

Ciò premesso, mi sia solo consentito dirle che i suoi versi, pur non avendo una natura loro propria, hanno però sommessi e velati germi di una personalità. Con più chiarezza lo avverto nell’ultima poesia, “La mia anima”.

Rilke Poesie
 Poesie (Rilke)

Qui, qualcosa di proprio vuole farsi metodo e parola. E nella bella poesia “A Leopardi” affiora forse una certa affinità con quel grande solitario. Eppure quei poemi sono ancora privi di una loro autonoma fisionomia, anche l’ultimo e quello “A Leopardi”.

La sua gentile lettera che li accompagnava; non manca di spiegarmi varie pecche che ho percepito nel leggere i suoi versi, senza però potervi dare un nome.

Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha domandato ad altri, li invia alle riviste, li confronta con altre poesie, e si allarma se certe redazioni rifiutano le sue prove.

Ora, poiché mi ha autorizzato a consigliarla, le chiedo di rinunciare a tutto questo.

Lei guarda all’esterno, ed è appunto questo che ora non dovrebbe fare. Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno.

Non v’è che un mezzo. Guardi dentro di sé.

Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere?

Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere?

Rainer Maria Rilke Lettere giovane poeta
Rilke

Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità.

La sua vita, fin dentro la sua ora più indifferente e misera, deve farsi insegna e testimone di questa urgenza.

Allora si avvicini alla natura. Allora cerchi, come un primo uomo, di dire ciò che vede e vive e ama e perde.

Non scriva poesie d’amore; eviti dapprima quelle forme che sono troppo correnti e comuni: sono le più difficili, poiché serve una forza grande e già matura per dare un proprio contributo dove sono in abbondanza tradizioni buone e in parte ottime.

Perciò rifugga dai motivi più diffusi verso quelli che le offre il suo stesso quotidiano; descriva le sue tristezze e aspirazioni, i pensieri effimeri e la fede in una bellezza qualunque;
descriva tutto questo con intima, sommessa, umile sincerità, e usi, per esprimersi, le cose che le stanno intorno, le immagini dei suoi sogni e gli oggetti del suo ricordo.

Se la sua giornata le sembra povera, non la accusi; accusi se stesso, si dica che non è abbastanza poeta da evocarne le ricchezze; poiché per chi crea non esiste povertà, né vi sono luoghi indifferenti o miseri.

E se anche si trovasse in una prigione; le cui pareti non lasciassero trapelare ai suoi sensi i rumori del mondo, non le rimarrebbe forse la sua infanzia, quella ricchezza squisita, regale, quello scrigno di ricordi? Rivolga lì la sua attenzione.

Elegie Duinesi (Rilke)
Elegie Duinesi – Rilke

Cerchi di far emergere le sensazioni sommerse di quell’ampio passato; la sua personalità si rinsalderà, la sua solitudine si farà più ampia e diverrà una casa al crepuscolo, chiusa al lontano rumore degli altri.

E se da questa introversione, da questo immergersi nel proprio mondo sorgono versi, allora non le verrà in mente di chiedere a qualcuno se siano buoni versi.

Né tenterà di interessare le riviste a quei lavori: poiché in essi lei vedrà il suo caro e naturale possesso, una scheggia e un suono della sua vita.

Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità

È questa natura della sua origine a giudicarla: altro non v’è.

E dunque, egregio signore, non avevo da darle altro consiglio che questo: guardi dentro di sé, esplori le profondità da cui scaturisce la sua vita; a quella fonte troverà risposta alla domanda se lei debba creare.

La accetti come suona, senza stare a interpretarla. Si vedrà forse che è chiamato a essere artista.

Allora prenda su di sé la sorte, e la sopporti, ne porti il peso e la grandezza, senza mai ambire al premio che può venire dall’esterno.

Poiché chi crea deve essere un mondo per sé e in sé trovare tutto, e nella natura sua compagna. 

Rainer Maria RIlke lettere giovane poeta

Forse, però, anche dopo questa discesa nel suo intimo e nella sua solitudine, dovrà rinunciare a diventare un poeta (basta, come dicevo, sentire che senza scrivere si potrebbe vivere, perché non sia concesso).

Ma anche allora, l’introversione che le chiedo non sarà stata vana. La sua vita in ogni caso troverà, da quel momento, proprie vie; e che possano essere buone, ricche e ampie, questo io le auguro più di quanto sappia dire.

Cos’altro dirle? Mi pare tutto equamente rilevato; e poi, in fondo, volevo solo consigliarla di seguire silenzioso e serio il suo sviluppo; non lo può turbare più violentemente che guardando all’esterno, e dall’esterno aspettando risposta a domande cui solo il sentimento suo più intimo, nella sua ora più quieta, può forse rispondere.

Mi ha rallegrato trovare nel suo scritto il nome del professor Horacek; serbo per quell’amabile studioso grande stima, e una gratitudine che non teme gli anni.

Voglia, la prego, dirgli di questo mio sentimento; è molto buono a ricordarsi ancora di me, e lo so apprezzare.

Le restituisco inoltre i versi che gentilmente mi ha voluto confidare.

E la ringrazio ancora per la grandezza e la cordialità della sua fiducia, di cui con questa risposta sincera, e data in buona fede, ho cercato di rendermi un pò più degno di quanto io, un estraneo, non sia.»

Suo devotissimo,
Rainer Maria Rilke

FINE.

Lettere ad un giovane poeta (Rilke)
Lettere ad un giovane poeta (Rilke)

Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore.
Si deve sempre andare:
nessun sentire è mai troppo lontano.
(Rainer Maria Rilke)


VIDEO: Vacis recita la lettera di Rilke

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3 Commenti

    • Un anima nobile, un nevrotico unilaterale a livello clinico (ne soffriva il doppio perché ne era consapevole, e sempre lo scriveva nelle sue lettere a Lou Andreas Salomè) , ma che è riuscito a donare riflessioni e descrizioni dell’animo umano uniche e incomparabili.
      Un saluto anche a te!

  1. La scrittura, come anche la poesia, ha in sé un limite invalicabile datole dall’incomunicabilità con la quale la Verità intuita si difende dalla possibilità di essere corrotta dall’essere trasferita nelle coscienze immature. Mai la verità deve abbassarsi per essere compresa, è piuttosto l’intelligenza che le si vuole avvicinare che dovrebbe elevarsi per riuscire a sfiorarne la luce.

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