Memoria della relazione: nel “nuovo” noi scopriamo sempre un “antico” (Matteo Marino)

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Memoria della relazione

(di Matteo Marino)

Ma qual è l’elemento risolutivo? È sempre qualcosa di antichissimo, e proprio per questo qualcosa di nuovo, perché quando una cosa passata da molto tempo ritorna, oggi, in un mondo mutato, è nuova.  Dar vita a cose antichissime in un’epoca nuova significa creare. È la creazione del nuovo, ed essa mi redime. Il compito è partorire ciò che è vecchio in un tempo nuovo. L’anima dell’umanità è come la grande ruota dello zodiaco che rotola sulla via. Ogni cosa che arriva in costante movimento dal basso verso l’alto, una volta era già in alto. Non c’è parte della ruota che non ritorni. Perciò tutto ciò che è stato tornerà a riaffiorare, e quello che è stato sarà di nuovo.»
(C.G.Jung – Il Libro Rosso, p.311)

 

Leggiamo ogni giorno belle frasi ed aforismi, insegnamenti o massime filosofiche, pezzi di libri e di vita, che noi stessi e l’intero genere umano prima di noi, abbiamo letto, scritto e vissuto altre migliaia di volte in passato.

La cosa interessante è che continuiamo a scrivere le stesse identiche cose da millenni e immancabilmente persistiamo a leggere e scrivere ancora le stesse cose, ma in salse leggermente rielaborate, perché ogni mente ha la sua equipe di chef (la sua struttura psichica organizzativa).

Paul Ricoeur - Ricordare
➡ Ricordare, dimenticare, perdonare (Paul Ricoeur)

Quindi le salse diventano più piccanti, talvolta più insipide, meno condite o più appetibili, ma quel retrogusto inconfondibile si riconoscerà sempre, anche cambiando qualche ingrediente.

Il contenuto resta lo stesso, la sostanza immutata, e lo capiamo da quel retrogusto, dalla risonanza che evoca a livello emotivo e percettivo. Cambia solo la forma, il vestito, la moda, la copertina del libro!

Liverpool
Liverpool – Anche nei luoghi “nuovi” di oggi, riecheggia sempre una scheggia eterna di un passato che fu, e che in qualche modo continua ad essere in tinte nuove

In sintesi, parliamo di archetipi, essi cambiano forma continuamente nel tempo ma i contenuti primordiali della vita umana restano. Essi hanno il compito di ripresentare al cospetto della nostra coscienza ciò che non abbiamo ancora integrato e ricordarci cosa abbiamo o non abbiamo capito.

Ecco il motivo del nostro reiterare a leggere e scrivere pensieri che abbiamo già incontrato nel nostro cammino.

Un’altra spiegazione potrebbe essere la seguente: abbiamo quella grande capacità di dimenticarci ogni volta ciò che abbiamo letto o vissuto, per il desiderio inconscio di riviverlo ancora, ed ancora un’altra volta, altre mille, per tramandare qualcosa di più delle parole, dei pensieri, delle immagini e delle emozioni: la relazione! 🔎

Dalì - abbraccio
S.Dalì – Abbraccio

Il fine ultimo non è scoprire qualcosa di nuovo, perché tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già presente in natura, nella nostra natura di uomini terreni, i quali ogni tanto desideriamo, spinti dalla curiosità, di diventare astronauti.

L’intento, a mio avviso inconscio, è rafforzare qualcosa che s’imprima fortemente nei nostri geni, per poterlo tramandare ai posteri, e per questo ci avvaliamo delle nostre connessioni umane, nonché delle nostre connessioni neurali.

Ecco perché ogni volta che leggiamo quelle bellissime frasi che vengono condivise sui social-media, scritte sui libri, sentiamo quel senso di pienezza che ci risuona come qualcosa che già sapevamo e che già vivemmo sulla nostra pelle.

Poiché l’anima del mondo è una vecchia anima, noi non possiamo comprendere l’anima senza un senso del vecchio, né il vecchio senza un senso dell’anima. (James Hillman)

A proposito di relazione, abbiamo quindi bisogno di qualcuno che ci ricordi quelle parole 🔎, che ci faccia rivivere quelle emozioni, che ci ricordi di non dimenticare!

Ogni giorno non scopriamo nulla di nuovo. Si scopre solo che ci stiamo sempre più avvicinando a noi stessi.

FINE.

(MATTEO MARINO
Psicoterapeuta Junghiano, Bologna.
 Contatti e Sito:
psicoterapia.it)Licenza Creative Commons


 

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Psicologo Psicoterapeuta junghiano e sessuologo clinico

2 Commenti

  1. Bellissimo articolo. Sono d’accordo su tutto ma non sulla necessità di avere qualcuno che ci ricordi il vecchio. Posso ricordarmelo leggendo da sola, pensandoci da sola. La relazione non è necessaria. A meno che, per qualcuno non si intenda l’autore del libro che sto leggendo o la persona che scrive sui social e che mi fa ricordare. 🙂

    • …ma non possiamo fare a meno degli altri e non avere relazioni…sono i sentimenti, i ricordi dell’altro che fanno affiorare i nostri…

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