Molti individui amano i propri problemi: danno loro un senso d’identità, perché?

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Introduzione di Emanuele Casale

Per superare alcuni problemi occorre che prendiamo distanza da essi – fin laddove è possibile – per guardarli, senza giudicarli, senza valutarli, senza pensare di volerli risolvere attraverso il falso mito del “volere è potere” 🔎

Peggio ancora, accade alle volte di pensare che possiamo risolvere dei problemi per qualcun altro, una modalità fortemente nevrotica che lo psicologo Pino Tartaglia ha denominato aiutomania 🔎, che trova il suo apice nell’illusione moderna di poter aiutare l’altro 🔎

Ma spesso, come preannuncia già il titolo, molti di questi problemi è come se – inconsciamente – non li volessimo superare in alcun modo. Essi fanno parte di noi.

A molte persone danno un senso dell’identità, è come se alcuni non potessero riuscire a vivere senza quel loro assillante e costante problema di cui lamentarsi, su cui rimuginare, giorno dopo giorno…vita dopo vita.

Come superare problemi
Change: la formazione e la soluzione dei problemi (Paul Watzalwick)

Credete non sia così?

Bene…  fate questo esperimento!

Prendete una persona di vostra conoscenza, una di quelle che da anni ed anni è solita lamentarsi di alcuni suoi problemi – antichi, nuovi o sempiterni! – e provate a fare questo:

  • chiedetegli di immaginare cosa farebbero se non avessero più quel determinato problema, se dalla loro vita scomparisse totalmente quel problema di cui sempre si lamentano. Cosa farebbero? Come si immaginano?

L’esito dell’esperimento è immaginabile: ovvero…

La loro vita senza quel problema è INIMMAGINABILE! (scusa il gioco di parole, ma ci stava! 😀 ) 

Nella maggior parte dei casi, il risultato di quest’esperimento sarà proprio questo: molti individui non hanno dentro di sé neanche una lontana immagine di vita alternativa senza alcuni dei loro problemi. Non possono.

«Parlare di sé (anche in tv) e dei propri problemi è una malattia sociale di questo tempo.» (Raffaele Morelli – psichiatra)

Noi non siamo né le nostre relazioni (passate e presenti) né i nostri problemi (passati e presenti).

Uno dei tratti più distintivi della nostra malattia collettiva di questo particolare periodo storico, è la tendenza di gran parte delle persone a identificarsi – e quindi a prendere il senso della propria identità – a partire dai problemi che ha avuto in passato (traumi, relazioni, accadimenti esterni).

Quanto più un individuo migliora in termini di integrazione della personalità tanto meno sentirà il bisogno compulsivo e autoerotico di parlare di sé, dei propri problemi da cui è uscito “migliorato” e più “consapevole” (in realtà, ad una più attenta analisi del profondo si scopre che per la maggior parte dei casi si è usciti soltanto con più concetti, identificazioni col passato e quindi con un più consolidato falso Sé, e unilateralità.)

Ti lascio ad alcuni contributi sul tema e ad altri libri consigliati sul tema, che come sempre troverai durante l’articolo!

BUONA LETTURA!

Le vostre zone erronee (W. Dyer)
Le vostre zone erronee (W. Dyer)

Come superare problemi

Iproblemi che abbiamo sono solo quelli che desideriamo avere. Siamo legati alle nostre difficoltà
(Psicomagia – di Alejandro Jodorowksy, p.124)

«(…) Alcune persone si arrabbiano quando mi sentono dire che i problemi sono solo illusioni.

Minaccio di privarle del loro senso di identità. Hanno investito così tanto tempo in quella falsa idea di sé!

Da molti anni, definiscono inconsciamente la loro intera identità in termini di problemi e dolore.

Chi sarebbero, senza i loro problemi e i loro dolori?»
(Il potere di Adesso – Eckhart Tolle)

Lasciare andare Potere di adesso
Il potere di Adesso – E.Tolle

«Molti di noi sono così impegnati a correre da un posto all’altro creando la soap opera e il dramma con cui chiamiamo le nostre vite, che non sentiamo nulla.»
(Louise Hay – Puoi guarire la tua vita)

«I bisogni dell’ego sono infiniti. Si sente vulnerabile e minacciato e quindi vive in uno stato di paura e necessità.

Una volta compreso come opera la disfunzione di base, non c’è bisogno di analizzare tutte le sue innumerevoli manifestazioni, né di farlo diventare un problema personale complesso.

L’ego ovviamente adora tutto questo. È sempre alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi per mantenere e rafforzare il suo senso illusorio di sé, e si attaccherà prontamente ai tuoi problemi.

Ecco perché, per così tante persone, gran parte del loro senso di identità è intimamente legato ai problemi che hanno.

Quando è così, l’ultima cosa che vogliono è liberarsene, perché significherebbe perdere se stesse.

A livello inconscio, l’ego può investire molto nel dolore e nella sofferenza.»
(Il potere di Adesso – Eckhart Tolle)

«Il tuo nemico principale è lo stress, e la principale fonte di stress è il modo in cui opera la tua mente, seguito al secondo posto da ciò che mangi e dal modo in cui gestisci la tua vita.»
(Christallin, La magia della Guarigione – di Joy e Roy Martina)

Psicomagia
Psicomagia. Una terapia panica (A. Jodorowsky)

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

2 Commenti

  1. Un bellissimo articolo che lo condivido subito proprio che le persone che conosco in questa ‘situazione’ lo leggano e si danno una rinfrescata .spero tanto che altrimenti rimarrò senza amiche.????

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