Terrorismo e psicologia: alcune dinamiche legate all’Ombra e alla proiezione. Cosa può fare lo psicologo? (di Filippo Pergola)

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Rivista Psicologia Internazionale IJPE
Copertina dell’ultimo volume

Appena uscito da qualche giorno il nuovo numero della rivista “International Journal of Psychoanalysis and Education” (IJPE), con cui il Jung Italia ed Emanuele Casale hanno l’onore di collaborare, e di cui presentiamo, qui, un assaggio del discorso d’apertura del nuovo volume scritto da Rocco Filipponeri Pergola (Editor-in-Chief), psicoterapeuta e docente universitario (Roma, Tor Vergata).

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Non ti accorgi che l’altro è dentro di te?
Pensiero contro il Terrore

(di Rocco Filipponeri Pergola)

[dropcap letter=”I”]l terrore, dall’11 settembre in poi, si presenta come un sintomo di un mondo globalizzato che non è riuscito a venire a patti con il selvaggio e con il barbaro: l’avidità, la cupidigia, lo sfruttamento, la divisione della società in classi, l’appropriazione di ricchezza, la dominazione.

I terroristi generalmente si esprimono in termini religiosi. Il nemico è visto come il “diavolo” e il terrorista si percepisce come l’agente “eroico” del divino. Il criminale cerca il proprio tornaconto personale, mentre il terrorista, in nome di un transpersonale valore collettivo – una religione, un’identità etnica o nazionale, una visione “patriottica”, ecc – sacrifica la propria vita personale al suo, sebbene idiosincratico e perverso, presunto “dio”. Purezza e visione ideativa dell’altro. I membri di un gruppo lasciano che le differenze individuali sfumino nel processo d’identificazione narcisistica l’uno con l’altro, ove la differenza e l’alterità divengo-no l’elemento impuro.
Lo sporco è un fattore che è stato da tempo definito in senso culturale e storico come ciò che si trova nel posto sbagliato e che non può quindi essere per-messo se un modello o un sistema simbolico devono continuare a esistere. L’incertezza, l’insicurezza e l’ambivalenza non possono essere sopportate ma devono essere eliminate come qualcosa di impuro così da poter creare un universo omogeneo e coerente da un punto di vista simbolico.

Psicologia del terrorismo jung

Ciò avviene soprattutto nell’Islam. Tale fantasia narcisistica di ri-specchiamento e di purezza, provoca un’enorme aggressività persecutoria nei con-fronti del differente che minaccerebbe la coe-sione interna
In alcuni gruppi il “noi” che caratterizza l’appartenenza a una comunità è sostituito dal “noi siamo” che, quasi necessariamente, comporta intolleranza e potenziale violenza rispetto a coloro che appartengono all’altro gruppo. L’ideologia del gruppo definisce ciò che è buono e ciò che è cattivo: le regole del gruppo prendono il posto del Super-Io individuale. Molte ideologie di questi gruppi di adolescenti sono incoerenti e contraddittorie e spesso hanno bisogno che la loro presunta verità venga assicurata attraverso la violenza. L’aggressività e la violenza possono essere incrementate quando parti di se stessi insopportabili, deboli, disprezzate e disperate, emozioni e paure, sono proiettate sull’oggetto esterno, con la necessità di dover essere poi esorcizzate attraverso l’attacco alle vittime. Così lo jiahdista corre il pericolo di perdere completamente qualsiasi contatto in…

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LIBRI su psicologia e terrorismo:
Psicologia del terrorismo (John Horgan)

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Terrorismo e Guerra. Dinamiche inconsce della violenza politica.

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James Hillman - Un terribile amore per la guerra

           Un terribile amore per la guerra (James Hillman)

 

 

 

 

 

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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