Il mito della razionalità. Anche l’irrazionale è nel mondo e nell’animo umano

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Mente irrazionale

L’irrazionale è parte integrante di ogni realtà

Non tutto ciò che è razionale è reale o corrisponde a verità.

Questo ce lo dimostra anche la morale, l’etica e dapprima l’esperienza della vita e della clinica psicologica giorno per giorno.

L’irrazionale è la metà fetta del mondo.

Epistemologicamente parlando non si può assolutamente escludere dalla vita, dalla comprensione del mondo in generale, il fattore “irrazionale”, che è invece parte integrante di ogni sistema complesso, essere umano incluso con la “sua” psiche.

Di seguito svariati estratti sul tema dell’irrazionale.

BUONA LETTURA!

I greci e l'irrazionale
I greci e l’irrazionale (Eric R. Doods)

In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto. (Jung)

«Non commetterò la stupidità, tanto in voga, di considerare frode tutto ciò che non sono in grado di spiegare.»
(C.G.Jung)

«Non è  infatti possibile identificare con la ragione, perché l’uomo non è soltanto ragionevole e non potrà mai esserlo. L’irrazionale non deve e non può essere estirpato. Gli dei non possono e non devono morire. Guai agli uomini che vogliono disinfettare razionalmente il cielo.»
(C.G. Jung)

«La ragione è un’isola piccolissima nell’oceano dell’irrazionale.»
(Immanuel Kant, in “Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo”)

Il richiamo irresistibile dell'irrazionale
Il richiamo irresistibile dell’irrazionale

 

«L’uomo occidentale ha perso i suoi metodi irrazionali originari di cui pero avrebbe estremo bisogno.»
(Jung)

«Odiamo e temiamo l’irrazionalità del mondo interiore. Perciò siamo incapaci di convivere con le cose così come sono. Non possediamo una simile arte»
(Jung)

«Infine, persino la razionalità del giudizio può essere un pregiudizio: perché ragionevole è ciò che ci appare ragionevole. Quindi ciò che ci sembra irragionevole viene escluso propri a causa del suo carattere irrazionale, il quale può essere sì realmente irrazionale, ma può anche semplicemente sembrare irrazionale senza esserlo in un senso più alto.»
(C.G. Jung – La funzione trascendente, Vol.8, p.85)

Giulio Guidorizzi - Ai confini dell'anima. I Greci e la follia
Ai confini dell’anima. I Greci e la follia (G.Guidorizzi)

“La ragione cerca sempre la soluzione su una via coerente, logica: ha ragione in tutte le situazioni e problemi spiccioli, ma non è sufficiente per le grandi questioni decisive. È incapace di creare l’immagine, il simbolo che è irrazionale. Quando la via della ragione è diventata un ostacolo – e ad un certo punto lo diviene sempre – allora la soluzione arriva nel modo più inatteso.(Carl G. Jung – Tipi Psicologici)

«Il punto è che credo fermamente che la realtà che dobbiamo riuscire ancora comprendere è essenzialmente non lineare. Ciò significa che essa non si può comunicare con un linguaggio logico o sequenziale e che, per essere compresa, richiede necessariamente l’utilizzo di facoltà irrazionali»
(Fritjof Capra – Fisico e autore tratto da Il tao della fisica)

«La fisica deve confrontarsi con l’irrazionale nella materia e deve lasciarvi spazio per la
soggettività.»
(Wolfgang Pauli – da Jung e Pauli: il carteggio. L’incontro tra psiche e materia)

Elogio della follia (Erasmo da Rotterdam)
Elogio della follia (Erasmo da Rotterdam)

«Il mondo e la vostra esistenza sono del tutto irrazionali, e non riuscirete mai a dimostrare che dovrebbero essere razionali. Altrimenti scompare il maligno spirito del mondo. Essere convinti di certi fatti irrazionali è saggio, addirittura vitale.»
(Jung)

(…) Locke quindi conferma la convinzione del razionalismo cartesiano che attribuiva carattere di verità assoluta alle conoscenze geometriche-matematiche e logiche formali ma esclude che queste connessioni tra le idee vogliano poi dire conoscere la realtà.

«La conoscenza, tu dici, è soltanto percezione dell’accordo o disaccordo delle nostre idee: ma chi sa che cosa quelle idee possano essere in realtà? V’è forse cosa più stravagante della fantasia di un cervello umano? Qual è mai la testa che non contenga chimere?… Se fosse vero che la conoscenza consiste tutta e solamente nella percezione dell’accordo o disaccordo delle nostre idee, le visioni di un esaltato e i ragionamenti di un uomo prudente sarebbero ugualmente certi: non si tratterebbe più di stabilire come stiano le cose, basterebbe mantenere la coerenza fra le proprie immaginazioni e parlare in modo conforme ad esse, per essere totalmente nella verità e nella certezza.» (John Locke)


FINE.

 

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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