Amore abita la reciprocità dello sguardo. Psicologia e sguardo

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Sguardo AMore
Tratta dalla serie tv “22.11.63”, ispirata all’omonimo romanzo di Stephen King, con James Franco

Amore abita la dimensione dello sguardo

«Nell’amore gli occhi, lo sguardo, conservano il loro ruolo primitivo di strumento di comunicazione privilegiato.Lo sguardo consente di vivere qualsiasi esperienza…»
(Aldo Carotenuto – Eros e Pathos: margini dell’amore e della sofferenzaBompiani Edizioni, p.44)

«In fondo l’amore si fa con gli occhi. Solo due persone che si amano si possono guardare. Le persone che non si amano non si guardano.»
(Aldo Carotenuto – dalla puntata televisiva di “Da storia nasce storia”)

Eros e Pathos - Carotenuto
Eros e Pathos – Carotenuto

Guardandoti negli occhi
ricordo soltanto di aver visto
il tuo volto in sogno.
(Tagore – da Sfulingo)

« [Gli occhi] esercitano una grande fascinazione perché attraverso lo sguardo noi possiamo amare e dialogare segretamente con l’altro all’insaputa di tutti.

Questo gioco degli sguardi è un tipo di comunicazione che consente molte audacie e non lascia traccia. […]

Si può affermare che attraverso lo sguardo noi riusciamo a capire meglio le parole.»
(Aldo Carotenuto – Eros e Pathos: margini dell’amore e della sofferenza – Bompiani Edizioni, p.56)

Plotino semplicità dello sguardo Pierre Hadot
Plotino e la semplicità dello sguardo (Pierre Hadot)

«Ai confini tra il corporeo e l’incorporeo, amore abita la reciprocità dello sguardo, del sorriso, della voce, del gesto, del movimento.

Un sorriso che non è contrazione ma offerta, uno sguardo che apre insicuro la strada del desiderio in cui si riflette l’unicità dell’evento, una voce malcerta in cui è tutta l’immediatezza sensibile, l’incarnazione della parola, un gesto in cui la grazia che è ritmo della bellezza chiama tenerezza, mentre un movimento che accenna una timida disposizione di danza allude a un’impercettibile gioia nascosta.»
(Umberto Galimberti – Le cose dell’amore. Feltrinelli 2004, p.19)

Amore e sguardo
Scena tratta dal film “Serendipity”

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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