Ascoltare la relazione per crescere insieme. Un insegnante quasi perfetto (Recensione)

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Un insegnante quasi perfetto Filippo Pergola Nuova Edizione 2017

UN INSEGNANTE QUASI PERFETTO.
Ascoltare la relazione per crescere insieme

(di Filippo Pergola)

Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere,
deriva proprio dalla paura del cambiamento:
se veramente mi permetto di capire un’altra persona,
posso essere cambiato da quanto comprendo.
(Rogers, 1985)

Ognuno di noi è costituito da una rete di rapporti inconsci che ne influenzano l’esistenza (e che lui stesso contribuisce ad influenzare).

Una rete che si estende in due direzioni: una verticale (che comprende la storia relazionale passata) vi e l’altra orizzontale (che comprende le relazioni attuali).

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Un insegnante quasi perfetto. Ascoltare la relazione per crescere insieme (Filippo Pergola)

Relazionarsi con un individuo vuol dire, quindi, entrare a far parte, e in certo senso reagire (a livelli più o meno consapevoli), con la rete transpersonale nella quale egli è da sempre ingaggiato in un dialogo inconscio.

Filippo Pergola
Filippo Pergola (l’autore)

L’identità è frutto di un’incessante dialogo inconscio tra l’essere lo stesso (alla rete antropologica identificatoria) e l’essere se stesso.

Secondo Jung, l’insegnante, come educatore,

deve essere lui stesso una persona retta e sana, poiché questo, cioè il buon esempio, è il metodo didattico migliore.

Jung suggeriva agli insegnanti, più di mezzo secolo fa, di formarsi e aumentare il proprio livello di autoconsapevolezza, conscio com’era che l’allievo impara, prima di tutto, imitando, cioè identificandosi con i modelli importanti della propria vita e ben sapendo che la comunicazione tra insegnante e allievo, come quella tra qualunque persona, avviene per lo più a livello inconscio, ossia per ciò che non viene detto più che per ciò che viene verbalizzato.

Non si tratta quindi, come insegnante, d’imparare a comunicare con l’allievo, ma occorre imparare ad essere un bravo adulto, una “persona retta e sana”.

Oggi la formazione degli insegnanti è piuttosto ricca di offerte, ma subisce spesso alcune eccessive specializzazioni e tecnicismi che depauperano il senso autentico di una formazione della coscienza dell’insegnante.

Insegnante quasi perfetto

Dietro alle sigle che individuano specifici disturbi evolutivi, o alle tecniche utili per affrontare questi disturbi, c’è sempre la relazione insegnante-bambino, che su un piano psichico va al di là delle prescrizioni comportamentali.

Allora ecco la nostra visione sovversiva che parte dalla decodifica del teatro dell’inconscio a scuola.

Se riusciremo a navigare sui fiumi carsici dei messaggi inconsci che compongono le relazioni, l’incontro nel gruppo classe può divenire occasione affinché l’insegnante comprenda se stesso e, viceversa, l’insegnante diventerà l’occasione perché l’allievo conosca se stesso.

Ogni incontro che facciamo è un incontro con noi stessi; pochi sembrano accorgersi che gli altri sono loro stessi (Jung).

Ancora Jung scrive che

L’incontro di due persone è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati.

La relazione è il luogo ove sorgono i disturbi, perciò solo in essa e attraverso di essa possono essere risolti, condividendo la narrazione delle proprie storie, ascoltando le emozioni e ricercando nuovi significati, si potrà crescere insieme.

La nostra visione diventerà chiara solo quando guarderemo attraverso il nostro cuore.
Chi guarda all’esterno, a livello di logica cognitivo-comportamentale, sogna. Chi guarda all’interno, apre gli occhi.

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Un insegnante quasi perfetto. Ascoltare la relazione per crescere insieme (Filippo Pergola)

E l’educazione è cosa di cuore, il quale batte per udire e che ascoltando vedrà; non servono ricette precostituite:

La scarpa che sta bene ad una persona sta stretta a un’altra (Jung)

Per risolvere situazioni di impasse, e uscire dal “cul de sac” dei conflitti educativi, l’insegnante occorre compia il viaggio più difficile e affascinante di un essere umano: quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è.

Solo allora potrà utilizzare la propria stessa mente come straordinario strumento di lavoro, operando trasformazioni attraverso la relazione emotivo-affettiva: pensiero e azione infatti non sono che sintomi dell’affettività, la quale è il fondamento della personalità.

A conclusione, caro lettore, permettimi di darti del tu e di rivolgerti, parafrasando Jung, un ultimo stimolo: ora sai quello che c’è da sapere, ma sarà vano non se vivi tutto quello che c’è da vivere, che si esprime soltanto nella trasformazione delle relazioni umane, le quali non possono essere sostituite nemmeno dalle più profonde conoscenze.

maestro-educazione-scuole

Un libro per apprendere dall’esperienza emotiva a pensare con il cuore, per giungere a sentire diversamente:

Il cuore batte solo per udire. Ascoltando, vedrà. (Souzenelle, 2010)

“Comprendere se stesso e comprendere l’altro è un’esperienza trasformante possibile attraverso l’ascolto della mente, lo strumento più difficile da far suonare. Eppure, quando una persona capisce di essere sentita profondamente, i suoi occhi si riempiono di lacrime. Io credo che in un senso molto reale, pianga di gioia; è come se stesse ringraziando Dio e dicendo: «Qualcuno mi ascolta e così sa cosa vuol dire essere me»” (Rogers, 1985)

Il volume è rivolto non solo agli insegnanti, ma anche agli allievi, ai genitori, agli educatori di comunità e agli assistenti sociali, con l’auspicio che l’apporto dell’ermeneutica psicoanalitica e gruppoanalitica possa esser di supporto alla propria insostituibile attività pedagogica.

Insomma a tutti coloro che cambiano il mondo un bambino (o un adolescente) alla volta!

FINE.

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Un insegnante quasi perfetto. Ascoltare la relazione per crescere insieme (Filippo Pergola)

NOTE sull’AUTORE:

Filippo Pergola, è Psicoterapeuta e Analista Individuale e di Gruppo; docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Roma Tor Vergata e Psicologia Clinica presso varie Scuole di Specializzazione in Psicoterapia

Qui il video del convegno “Un insegnante quasi perfetto”, che si è svolto a Roma (2017) e che ha visti coinvolti docenti, pedagogisti e psicologi di fama internazionale:

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

1 commento

  1. Ma vale anche per chi piu’ bambino e adolescente non lo e’ piu? Io mi sento forse ancora un bambino, pur avendo 53 anni. Ho ancora molto da imparare per star meglio con me stesso e gli altri

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