Che cos’è lo psicodramma? “Nella terra del Sogno”: un workshop sullo psicodramma analitico junghiano

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Psicodramma Junghiano

Chiudete gli occhi e vedrete.
(J. Joubert)

Il Jung Italia è lieto di segnalarti questo evento (Nella terra del sogno) dalle tinte e dagli echi del tutto junghiani, condotto da due professionisti molto vicini a Jung per diverse ragioni.

Conosciamoli insieme in questo post e vediamo dove ci condurranno e tutti i dettagli del workshop, le modalità d’iscrizione (che trovi alla fine del post) e il luogo e la data.

Ma prima…


COS’È LO PSICODRAMMA

Lo Psicodramma è una tecnica, un metodo e un modello di psicoterapia di gruppo, basata sulla drammatizzazione anziché sulla parola, ideata nel 1921 dallo psichiatra e psicologo J. L. Moreno.

Etimologicamente rimanda al concetto di dramma, azione, compimento, e affonda le sue origini nei riti drammatici dei primitivi, come lo sciamanesimo.

Psicodramma junghiano
Manuale di Psicodramma. Il teatro come terapia (Jacob L. Moreno)

Mettere al centro dell’attenzione il dramma vuol dire concentrarsi sul peso dell’azione nella trasformazione delle dinamiche al di là dell’interpretazione verbale. La drammatizzazione diviene un mezzo attivo che permette di ricreare e di esternare bisogni, sentimenti, emozioni, conflitti di ruolo, senza gli ostacoli che la vita reale impone e di sperimentare nuovi modi di essere, di viversi e di esprimersi. Attraverso la messa in atto sulla scena, il soggetto può sperimentare le diverse dimensioni della propria vita per stabilire collegamenti costruttivi fra di esse.

Lo Psicodramma facilita così, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta e alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività.

A differenza di altre tecniche terapeutiche, che usano come strumento privilegiato la parola – lo scambio verbale tra terapeuta e paziente – lo Psicodramma si basa sulla drammatizzazione della propria storia passata e presente, dei propri sogni e delle proprie fantasie.

L’azione scenica e l’assunzione di diversi ruoli sono in grado di liberare la spontaneità e la creatività dell’individuo, costretta in ruoli sociali rigidi e cristallizzati, e di facilitare l’espressione più libera possibile di idee ed emozioni, mettendo fuori gioco i condizionamenti sociali e razionali.

Psicodramma junghiano
Lo Psicodramma (Anne Ancelin Schutzenberger)

LO PSICODRAMMA ANALITICO JUNGHIANO

Si discosta in parte dal modello moreniano, perché cerca di coniugare in un’unica teoria aspetti della Psicologia analitica, dei gruppi e dello Psicodramma.

È allo stesso tempo una tecnica, un metodo e un modello di psicoterapia gruppale, nasce e si sviluppa come tentativo di coniugare lo Psicodramma classico moreniano con la Psicologia analitica di Jung.

Mentre nello Psicodramma classico è fondante il mito della catarsi ritenuta di per sé terapeutica, considerata liberatoria e quindi fonte di cambiamento, nello Psicodramma analitico si associa all’effetto catartico della rappresentazione, insito nell’atto del drammatizzare, l’analisi.

L’obiettivo è quello di presentificare nel qui ed ora dell’azione, parti interne del soggetto per renderle visibili e parlabili.

Per Moreno, uno degli scopi principali dello Psicodramma è che l’individuo diventi consapevole dei ruoli che abitualmente agisce nella vita, per acquisire poi la possibilità di accedere ad altre parti di sé prima negate.

Psicodramma Junghiano
Il sogno. Dalla psicologia analitica allo psicodramma junghiano (M. Gasseau e R. Bernardini)

La “dottrina” junghiana sviluppa, invece, una metodologia originale che si fonda su una base teorica coerente, non semplicemente presa a prestito dalla Psicoanalisi, o dallo Psicodramma classico. Essa si contraddistingue per la concezione dell’inconscio e del sogno come teatro di personaggi interni e per la valutazione positiva della funzione creativa dell’immaginazione e dell’inconscio che dà luogo al concetto di Immaginale.

Nel sogno si muovono come goffi o misteriosi personaggi in cerca d’autore, istanze interne, ora gridano, ora rimangono in silenzio, ora hanno l’intento di lanciare messaggi nel giorno, ora aspettano soltanto di essere guardate senza terrifiche paure, bisognose solo di un abbraccio.

Il modello dello Psicodramma Analitico Junghiano, consente di attualizzare nel qui e ora dell’ azione, quel lì e allora del sogno. Ed ecco che quei personaggi rivivono, prendono forma e corpo fisico, parlano, possono guardarsi e guardare il sognatore, si fanno portatori di messaggi che possono guidare scelte e sostenere intenti di trasformazione.

Lo Psicodramma analitico junghiano, in virtù della versatilità che lo caratterizza come tecnica, può essere utilizzato in contesti non prettamente terapeutici, come il counseling, la formazione, la supervisione e l’empowerment.

…Ed ora veniamo al WORKSHOP!!!

Psicodramma junghiano
Lo psicodramma. La terapia teatrale come risoluzione del conflitto psichico (Raffaella Massagrandi)

Psicodramma Junghiano Workshop

Che cosa farai al workshop?

Esploreremo e condivideremo attraverso lo Psicodramma analitico junghiano, risonanze e immagini dei sogni, nostri compagni di ogni notte, in apparenza assurdi, ma ricchi di senso per chi li sa comprendere.

Chi lo conduce?

  • Leonardo Seidita: è psicologo, psicoterapeuta gruppoanalista e psicodrammatista junghiano. Si è formato allo psicodramma analitico presso l’APRAGIP (Associazione per la ricerca e la formazione in psicoterapia individuale, di gruppo, istituzionale e psicodramma analitico) all’interno della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG (Confederazione di organizzazioni italiane per la ricerca analitica sui gruppi). Conduce gruppi in ambito clinico e ha lavorato per anni con bambini e adolescenti vittime di abuso e maltrattamento.
    Conduce inoltre gruppi di Psicodramma nella supervisione alle organizzazioni di lavoro, nella formazione e l’orientamento.

 

  • Marianna Massimello: è filosofa, psicodrammatista e traduttrice editoriale torinese. Ha tradotto dal tedesco e dal francese per vari editori, soprattutto opere di psicologia, filosofia, storia delle religioni, psicoanalisi e psicologia analitica. Per l’editore Bollati Boringhieri ha curato e tradotto scritti delle “Opere di C. G. Jung”, apparsi dal 1981 al 1992. Dal 2009 al 2010 ha lavorato alla traduzione del Libro Rosso di Jung (Bollati Boringhieri). Si è formata allo psicodramma alla Scuola torinese di psicodramma di C. Ruffino e E. Valente. Nel 2014 ha concluso il corso propedeutico certificato in Psicologia analitica al “C. G. Jung Institut” di Zurigo. Si interessa da alcuni anni di psicogenealogia, secondo la scuola di Anne Ancelin Schützenberger.
Psicodramma analitico
Gli spazi dello psicodramma (Jacob Levi, T. Zerka)

A chi è rivolto?

Il workshop è aperto ad un max di 25 iscritti ed è rivolto a psicologi, insegnanti, educatori, operatori sociali, studenti universitari o a tutti coloro che vogliono conoscere e sperimentare la tecnica, il metodo ed il modello dello psicodramma analitico junghiano.

Il workshop ha come finalità quella di far conoscere e sensibilizzare allo Psicodramma analitico junghiano quale metodologia attiva di conduzione dei gruppi.

Le sessioni aperte di Psicodramma hanno come obiettivo quello di far sperimentare ai partecipanti, attraverso la loro messa in gioco personale, la tecnica e il modello dello psicodramma analitico junghiano, attraverso il lavoro sul sogno secondo gli approcci della Psicologia analitica di Jung.

Dove e quando?

Il workshop residenziale condotto da Leonardo Seidita e Marianna Massimello si terrà a Torino il 25 e 26 Marzo presso l’Associazione Gruppo Abele – Oasi di Cavoretto, Strada di Santa Lucia, 89/97 – 10133 (www.oasicavoretto.org).

Come partecipare?

Per informazioni, prenotazioni e formalizzare l’iscrizione entro il 28 Febbraio 2017 scrivere a mmassimello@yahoo.it oppure psicodrammanaliticopa@gmail.com

FINE

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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