
Prendere in mano la propria vita…
… È QUESTO ciò che esprime la bellissima e commovente poesia della grande poetessa americana Mary Oliver (classe ’35)
L’importanza di ricordarci, in mezzo ai rumori del mondo, della propria voce interiore, della propria vita, e che spesso – mentre corriamo cercando di assecondare le troppe voci, le troppe richieste altrui – l’unica vita che davvero ha bisogno della nostra attenzione e della nostra cura, è proprio la nostra.
Ma come diceva spesso Jung:
«Si fa di tutto, anchele cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima.»
BUONA LETTURA POETICA!

«Un giorno, finalmente, hai capito
quel che dovevi fare e hai cominciato,
anche se le voci intorno a te
continuavano a gridare
i loro cattivi consigli;
anche se la casa intera
si era messa a tremare
e ti sentivi alle calcagna
l’antico contrasto.
“Sistema la mia vita!”,
gridava ogni voce.
Ma non ti fermasti.
Sapevi quel che andava fatto,
anche se il vento frugava
con le sue dita rigide
giù fino alle fondamenta,
anche se la loro malinconia
era terribile.
Era già piuttosto tardi,
era una notte tempestosa,
la strada era piena di sassi e rami spezzati.
Ma poco a poco,
mentre ti lasciavi alle spalle le loro voci,
le stelle si sono messe a brillare
attraverso gli strati di nubi
e poi c’era una nuova voce
che pian piano hai riconosciuto come la tua,
che ti teneva compagnia
mentre t’inoltravi sempre più,
di buon passo, nel mondo,
determinata a fare
l’unica cosa che potevi fare;
determinata a salvare
l’unica vita che potevi salvare.»
(Mary Oliver – Il Viaggio)

Un accenno psico-intuitivo
Oltre i rumori del mondo, oltre i condizionamenti di diecimila persone (colleghi, amici, familiari, partner), oltre il rumore dei nostri pensieri, possiamo riconoscere sempre, in ogni momento , una voce, che “pian piano riconosci come la tua“ voce, ed è allora che cominci ( o riprendi ) ciò che è soltanto tuo, ciò che soltanto tu devi fare nella tua vita, perché se non lo fai tu non la farà nessun altro.
L’unica vita da “sistemare”, l’unico individuo ad aver bisogno del tuo aiuto, quasi sempre… è proprio quel “te stesso”, che alle volte dimentichiamo.
Come ricordava spesso Jung:
“Si fa di tutto, anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria Anima”
È l’ingrato – quanto soddisfacente e vitale – compito del processo di individuazione.
FINE.

Bellissima poesia. Grazie