Il libro che Freud rifiutò: “Simboli della trasformazione” di Jung, un cult della psicologia

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Simboli della trasformazione Jung

Simboli della trasformazione (1911-12)

Il libro con cui Jung diede inizio a quello che chiamò il progetto di psicologia complessa e che trasformò la psicoanalisi da una “setta” ad una disciplina multidisciplinare e attenta alla complessità.

«Questo libro fu da me scritto nel 1911 a 36 anni: un momento critico, giacché segna l’inizio della seconda metà della vita nella quale non di rado si verifica una metanoia, un mutamento d’opinione. […] Alla mia cara moglie [Emma] va il mio pensiero memore e riconoscente per l’appoggio concreto e morale prestatomi in quel periodo difficile.»
(C.G.Jung – Simboli della Trasformazione – Ed. Bollati Boringhieri, p.14)

Simboli della trasformazione (Jung)
📖 Simboli della trasformazione (Jung)
(a cura di Emanuele Casale)

Simboli della trasformazione fu il libro che segnò profondamente il rapporto – allora già incrinato – tra i due pionieri della psicoanalisi e della psicologia moderna, quello tra Freud e Jung, che furono appassionati colleghi e amici.

È davvero difficile dire di cosa parla il libro, perché – come ogni altro libro di Jung – è immenso in termini di quantità e qualità dei contenuti. Esso parla di molteplici dinamiche psicologiche e realtà interne più o meno presentite da noi tutti, che ci abitano.

È un libro che parla di come l’Io/Eroe si emancipa e si differenzia dalla madre/inconscio, e di come tuttavia ne sia sempre soggetto e in qualche modo indivisibile ad un livello profondo.

Di come questo Io/Eroe si destreggia dalla presa mortale dell’inconscio/madre, di come all’interno di queste dinamiche ritroviamo tantissime immagini e motivi mitologici (archetipici) che ci accompagnano nel corso della vita.

È anche un libro che, per parlare di tutte queste dinamiche generali, lo fa a partire dal caso di una signorina americana, Miss Miller, da cui Jung parte riprendendone le visioni e analizzandole con l’acuta lente dell’analista, che però non lascia a casa la sua umanità e il suo intuito più arcaico…

[ Hai già letto qualcosa di psicologia analitica o complessa? Ti segnalo questa guida che può aiutarti se sei all’inizio: i 10 libri fondamentali per conoscere la psicologia analitica ]

Jung medico di tutti i tempi


Sinossi (di Jung)

«Il vero intento di questo libro è solo quello di elaborare il più a fondo possibile tutti i fattori storici e spirituali che confluiscono nei prodotti involontari di una fantasia individuale.

Accanto alle ovvie fonti personali, la fantasia creatrice dispone anche dello spirito primitivo, dimenticato e da lungo tempo sepolto con le sue immagini peculiari palesantisi nelle mitologie di tutti i tempi e di tutti i popoli.

L’insieme di queste immagini costituisce l’inconscio collettivo, retaggio presente potenzialmente in ogni individuo. Esso è il corrispettivo psichico della differenziazione del cervello umano.

Questo è il motivo per il quale le immagini mitologiche possono rinascere senza posa spontaneamente sempre in armonia tra di loro, non solo in tutti gli angoli del vasto mondo ma anche in tutti i tempi. Esse sono presenti sempre e dappertutto.

Jung Volto

Ne deriva ovviamente la possibilità di mettere in relazione i mitologemi più distinti fra loro per divario temporale ed etnico con un sistema di fantasie individuali. La base creativa è dapperttutto la stessa psiche umana e lo stesso cervello umano che, con varianti relativamente minime, funziona dappertutto nello stesso modo.» (C.G.Jung – Simboli della Trasformazione. Edizioni Bollati Boringhieri, p.12)

«La conoscenza dei contenuti soggettivi della coscienza non dice ancora assolutamente nulla della psiche e della sua vera vita sotterranea. Anche in psicologia, come in tutte le scienze, per il lavoro di ricerca occorre un corredo di conoscenze sufficientemente estese.

Un po’ di patologia e di teoria delle nevrosi non bastano assolutamente in questo caso; questo tipo di conoscenze mediche consente unicamente d’essere informati su una malattia, ma ignora tutto dell’anima che è malata.

Con questo libro – allora come oggi – ho voluto, per quanto era in mio potere, ovviare a questo inconveniente.» (p.14)

Alcuni concetti cardine del libro:

Libido

Simboli segnò le differenti posizioni di Jung rispetto a Freud relativamente ad alcuni fatti e fenomenologie della psiche, tra le quali:

  • prime tra tutte quella della libido,
    concetto che fu sdoganato dalla stretta morsa dogmatica a cui Freud lo relegò (libido = energia sessuale) e che significò per Jung invece un’energia psichica generale, di cui la sessualità poteva essere soltanto una delle varie declinazioni. La differenza sostanziale di questa concezione non fu un mero capriccio di differenziazione che Jung volle attuare nei confronti di Freud, bensì il risultato di attente osservazioni cliniche fatte nel corso di un intero decennio in ambito psichiatrico e clinico.
Freud e Jung
Freud e Jung

Fanno molto ridere quei soliti psicoanalisti “ad orientamento” quando affermano – contrariati – che in realtà fu non il primo, ma il secondo Freud a revisionare e modificare il concetto di libido alleggerendone la connotazione esclusivamente sessuale, e dunque ampliandolo…

ovviamente non gli balena mai in testa il semplice fatto storico che 15 anni prima – quando uscì Simboli della trasformazione (1910-11) – non fu Freud a scoprire che questa libido poteva essere “altro”, ma Jung!

Non si tratta di dare più importanza a Jung o Freud in questi discorsi storiografici, ma laddove è possibile l’intento è  di dare una giusta ricollocazione storica a a queste teorie, perché altrimenti ne deriverebbero confusioni e sterili dogmatismi.

Conoscere che fu un autore o un altro a dare questo o quel contributo – e comprendere anche e soprattutto grazie a quali influenze e premesse culturali arrivò a quella scoperta – ci aiuta a comprendere il destino di questi stessi contributi fino ai giorni nostri, e di come dobbiamo “farli nostri”.

A tal proposito potrei segnalare almeno tre libri importantissimi che hanno aiutato anche a me ad avere una prospettiva storica della psicologia e un contesto di tutti i contributi maggiori dei grandi di allora (Jung, Freud, Adler, ecc). Tra questi vi è senz’altro La scoperta dell’inconscio dello psichiatra Ellenberger, pietra miliare e pilastro formativo per ogni psicologo:

La scoperta dell'inconscio (H.F.Ellenberger)
📖 La scoperta dell’inconscio (H.F.Ellenberger)

Un esempio pratico: se imparo erroneamente che fu Freud ad allargare il concetto di libido, non andrò mai a studiarmi la rivoluzione che Jung apportò a questo concetto clinico e teorico, perché appunto sono mal informato e già deviato da un’informazione errata. E questo è solo uno dei più semplici esempi di cosa può comportare nelle discipline scientifiche il non riconoscere le fonti storiche disponibili, il non conoscere il background dei contributi e degli strumenti teorici che oggi usiamo.

Questo eclatante esempio è solo uno dei tanti orrori storici e teorici che gli psicoanalisti fanno per mancanza di studio della cosiddetta letteratura primaria della loro stessa disciplina. Ma non è questo lo spazio adatto per dedicarci a tali questioni (che rovinano intere teste e creano tante chiese e dogmi).

Jung e la creazione della psicologia moderna (Sonu Shamdasani)
📖 Jung e la creazione della psicologia moderna (Sonu Shamdasani)

La regressione

  • concetto di regressione,
    dobbiamo a Jung la possibilità di aver compreso che negli stati “regressivi” del paziente (ad esempio in una nevrosi) si cela in realtà un movimento della libido naturale e che andrebbe seguito e addirittura salvaguardato. Attraverso comparazioni cliniche e mitologiche Jung dimostrò per la prima volta come questa regressione della libido, questo tornare indietro a stati e funzionamenti “regressivi” attivasse in realtà una serie di immagini (archetipiche) atte al recupero di istanze psichiche e qualità appartenenti ad un nuovo orientamento della psiche del paziente. Paragonò ciò all’archetipo universale dell’eroe che regredendo si ritrova in un luogo molto pericoloso dove però vi è un tesoro difficile da raggiungere, che una volta conquistato può riportare indietro in superficie, nel mondo… 

Nelle tenebre dell’inconscio è nascosto un tesoro, quello stesso “tesoro difficile da raggiungere” che viene descritto come perla luminosa o come mistero. Queste possibilità di vita e di sviluppo “spirituali” o “simbolici” costituiscono la meta ultima ma inconscia della regressione.

Libro Rosso Jung Inconscio 2
Immagine disegnata da Jung, tratta dal Libro Rosso

Scrive Jung in Simboli:

«Nelle tenebre dell’inconscio è nascosto un tesoro, quello stesso “tesoro difficile da raggiungere” che (…) viene descritto come perla luminosa o, da Paracelso, come “mistero”, con il che si intende un fascinosum per eccellenza. Queste possibilità di vita e di progresso “spirituali” o “simbolici” costituiscono la mèta ultima ma inconscia della regressione.» (p.324)

Inoltre tale libro è stato di importanza fondamentale nel panorama della psicodinamica e psicoanalisi moderne, in quanto ha sottolineato l’imprescindibilità dell’affacciarsi su comparazioni letterarie, mitologiche, culturali, religiose e psicologiche altre nel momento in cui vogliamo cercare di comprendere i moti della psiche, sia nel suo funzionamento “normale” che nel suo funzionamento “psicopatologico”.

Un libro che è caposaldo della psicologia e psicoanalisi del novecento e di quella contemporanea.

Il giovane Jung fuori la clinica del Burgholzli
Il giovane Jung fuori la clinica del Burgholzli, nel 1910

 FINE.

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

1 commento

  1. Buongiorno, io cerco di leggere tutto, ma il tempo è sempre molto poco. grazie comunque per tutto il materiale che mette a disposizione.

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