Una lettura scenica tratta liberamente dal testo 📖 “Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Freud e Jung“.
“Mi sono ripetutamente trovato di fronte al mistero dell’amore, e non sono mai stato capace di spiegare cosa esso sia (…). Qui si trovano il massimo e il minimo, il più remoto e il più vicino, il più alto e il più basso, e non si può mai parlare di uno senza considerare l’altro. Non c’è linguaggio adatto a questo paradosso. Qualunque cosa si possa dire, nessuna parola potrà mai esprimere tutto”. (Jung – Ricordi Sogni e Riflessioni)
Il Jung Italia vi invita ad un originalissimo evento “scenico”, uno spettacolo a tre voci accompagnato da un pianoforte e da alcune video proiezioni riguardo il tema del titolo: Jung, Sabina e Freud.
DOVE e QUANDO?
26 Novembre, a Monza, presso Sala comunale Maddalena, alle ore 17.00 (INGRESSO LIBERO)
Spettacolo nella rassegna Carta da Lettere “Parole, emozioni e passioni dai carteggi di celebri coppie del novecento“, con il Patrocinio del Comune di Monza, a cura dell’Associazione Mnemosyne.
👥 Interpreti:
Ivan Ottaviani: Freud/Carotenuto
Alessandro Baito: Jung
Paola Perfetti: Sabina Spielrein
Francesca Badalini: Pianoforte

Ora un po’ di storia: Jung, Sabina e Freud.
Carl Gustav Jung incontra Sabina Spielrein il 17 agosto 1904 nella clinica psichiatrica
di Burghólzli, presso Zurigo, dove Jung è medico.
Sabina soffre da anni di disturbi psichici. Sin da piccola rivela una ricco mondo interiore fatto di sogni e fantasie che purtroppo presto divengono allucinazioni che la travolgono gettandola nell’angoscia e nella paura più profonde. Dopo il diploma, conseguito nonostante i disturbi e tutte le difficoltà conseguenti, i genitori la conducono a Zurigo, per sottoporla ad un trattamento medico.
Jung prende in carico il suo “caso”. Si era laureato da poco, nel 1900, e aveva conseguito la specializzazione in psichiatria. Nel 1904, quando Sabina giunge al Burghólzli, Jung non è ancora uno psichiatra di grande esperienza, ma sicuramente è un uomo di grande sensibilità. All’inizio della sua esperienza, Jung rimane sorpreso nel constatare che gli psichiatri puntavano l’attenzione esclusivamente sui sintomi, sulle statistiche e sui dati rilevabili dalle osservazioni comportamentali, disinteressandosi totalmente della vita interiore e della psicologia dei loro pazienti.
[ 🔎 Leggi anche: Jung e le psicosi: la rivoluzione psichiatrica alla ricerca del “senso” e del significato ]
Dopo la lettura de “L’interpretazione dei sogni” di Freud, pubblicato proprio nel 1900, Jung avverte l’esigenza di applicare le nuove teorie psicoanalitiche anche ai malati psichiatrici. La “cura” di Sabina dura un anno e il 1° giugno del 1905, viene dimessa. Jung continua a seguire la Spielrein privatamente, come paziente “esterna”.

Agli inizi del Novecento, la psichiatria ufficiale considera la malattia mentale come un complesso di sintomi e ne studia quelli immediatamente osservabili. La persona, col suo bagaglio di sofferenze, rimane sconosciuta, destinata alla solitudine ed all’incomprensione. Jung, invece, vuole decifrare la follia, ma per raggiungere questo obiettivo deve entrare nella psiche del paziente, in un gioco di rinvii che implica necessariamente la compenetrazione e il coinvolgimento.
In realtà, il giovane medico si muove in un campo nuovo e inesplorato, in cui può orientarsi ricorrendo ad alcune indicazioni ricavate dalle opere di Freud. È con questo spirito che affronta Sabina, ignorando che sarebbe arrivato molto lontano: attraverso Sabina, grazie a lei, sarebbe andato nel fondo della propria anima, e poi sarebbe risalito, realizzando la sua opera. Sarebbe stata per entrambi un’esperienza esaltante, ma molto dolorosa.
Nel suo diario, Sabina scrive che l’idillio con il dott. Jung che si sposa con Emma Rauschenbach nel 1903, comincia quando lui ha già due bambine. Intanto, Sabina non è più soltanto una paziente, ma un’allieva, quindi gli incontri e gli scambi con Jung non sono più limitati al setting analitico.
Nel 1906 Jung sente il bisogno di consultare Freud sul caso di Sabina, un caso risolto
ma che getta Jung sicuramente nel turbamento. Jung non indica infatti nella lettera il nome della paziente, né dice che i miglioramenti conseguiti le hanno permesso di condurre una vita autonoma, di iscriversi alla facoltà di medicina e di portare avanti brillantemente i suoi studi.
Sabina consegue la laurea nel maggio del 1911 con una dissertazione, preparata con Jung, dal titolo “Il contenuto psicologico di un caso di schizofrenia”. L’ex-paziente schizofrenica è dunque pervenuta ad una tale rielaborazione dei suoi disturbi da poterne fare oggetto di dissertazione insieme al suo amante e maestro.
Il lavoro della Spielrein sarà poi ampiamente citato da Jung nella sua opera “Simboli
della trasformazione” (1912) 🔎. Jung e Sabina Spielrein sono ormai divenuti colleghi. I
carteggi tra Jung e Freud e la Spielrein e la Spielrein e Freud in seguito mostrano
quanto il rapporto tra Sabina e Jung diede un grande contributo alla terapia analitica
e lo stesso Freud, chiamato come supervisore, capisce profondamente i problemi
del transfert e del controtransfert proprio attraverso questo incontro.
Nella letteratura psicoanalitica comincia ad apparire per la prima volta proprio l’espressione ‘controtransfert‘, da cui verranno elaborate nuove concezioni.

L’intervento di Freud tra Carl e Sabina è determinante e la complicità dei due analisti, sempre più forte, va a scapito della giovane donna che è esplicitamente invitata da Freud a reprimere i propri sentimenti. Freud è consapevole dello scandalo che questo rapporto può provocare nella Società psicoanalitica e degli effetti negativi che può produrre sul matrimonio e sulla carriera promettente di Jung.
Dopo il 1912 Sabina si sposa improvvisamente con un medico russo e si trasferisce a
Berlino. Da lui avrà due figlie. Nel 1914 il marito rientra in Russia, lei continua a lavorare, collabora con l’associazione psicanalitica di Freud e va a far parte della Società Psicanalitica di Ginevra.
Nel 1923 torna in Russia ed entra nella società russa di psicanalisi dove svolge attività terapeutica e seminari nella nascente Società Psicoanalitica Moscovita. Apre il primo asilo (L’Asilo Bianco) ad indirizzo psicoanalitico che rappresenta il suo tentativo di sperimentare “un’altra educazione” per creare “altri bambini”.
Lei stessa scrive a Jung con il quale continua ad avere fitti rapporti e epistolari:
«Pare sia la prima volta che una psicoanalista viene messa a dirigere un asilo infantile. Ciò che vorrei dimostrare è che se si insegna la libertà ad un bambino fin dall’inizio, forse diventerà un uomo veramente libero…ci metterò tutta la mia passione».
L’intreccio tra eros e logos nella relazione tra Jung e Spielrein ha portato alla pubblicazione di opere straordinarie. Sono forse il frutto di una sublimazione dell’amore impossibile, ma proprio in questo sta il fascino della loro storia d’amore e della loro vicenda umana.
Il loro incontro sulla scena del mondo ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo del pensiero scientifico in campo psichiatrico, psicologico e psicoanalitico; come se i due, incontrandosi e riconoscendosi l’uno nelle profondità dell’altra (animus-anima), avessero attivato un potenziale creativo straordinario, sino alla definizione di un impianto analitico che ha rivoluzionato le modalità diagnostiche e terapeutiche.

Cos’è la rassegna Carta da Lettere ?
Giunta all’ottava edizione (prima edizione nel 2009), è un appuntamento consolidato nella programmazione culturale monzese e racconta le storie d’amore di celebri coppie, costituite da personaggi che sono stati protagonisti nella Storia e nella cultura europea. La rassegna è organizzata in collaborazione con il Comune di Monza.
Attraverso le lettere vengono svelati i pensieri, le passioni, i sentimenti che animarono grandi musicisti, statisti, letterati, sovrani, scienziati, sportivi e le loro compagne, facendo affiorare le loro autentiche personalità, svelandone il carattere e rivelando lo spirito con cui affrontarono le vicende della loro vita.
Dalla lettura della corrispondenza di questi personaggi emerge la lucidità dei propositi, la capacità di resistere alle avversità, l’appartenenza ad una comunità ed il senso autentico dell’interessarsi del bene comune del proprio Paese. Si scoprono, inoltre, un’umanità ed una ricchezza interiore profonde e straordinarie che permettono di conoscere l’indole e l’animo dei protagonisti.
La lettera, infatti, con la sua imposta materialità obbliga chi scrive ad entrare in
diretto contatto con la propria anima. Grazie al loro scambio epistolare noi oggi possiamo conoscere parte dell’esperienza emotiva che spinse all’azione grandi personalità al di là della loro vita pubblica.
Per l’edizione di quest’anno le coppie scelte sono: Ranieri di Monaco e Grace Kelly; Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein.
CURATO DA:
Da un’idea di Giorgio Albera studioso di psicologia analitica ed esoterismo.
A cura di Paola Perfetti laureata in Storia della Filosofia, specializzata in drammaterapia, regista e attrice.
Consulenza per i carteggi in lingua tedesca di Irene Candelieri, psicologa, già laureata in Filosofia Contemporanea, membro del Laboratorio di Filosofia e Politica dell’immagine presso l’Università di Trieste.
Supervisione scientifica di Alessandro Raggi, psicoterapeuta, psicoanalista junghiano
Lo spettacolo è patrocinato dall’associazione Alba e dalla Casa Editrice Astrolabio