Simboli della trasformazione (di Carl Gustav Jung)
Le fantasie presenti nel racconto scritto da una paziente mai incontrata, Miss Miller, che Jung passò al vaglio e grazie alle quali riuscì a prevederne l’esordio psicopatologico. Da qui anche partì la creazione di uno dei saggi di psicologia comparata più importanti nello scenario culturale dell’epoca e che lo è rimasto fino ad oggi: parliamo di “Simboli della trasformazione“, una pubblicazione a cui Freud non rispose molto bene…Correva l’anno 1911.
🔎 APPROFONDISCI: Il libro che Freud rifiutò: “Simboli della trasformazione” di Jung, un cult della psicologia ⬅
Protagonista della fantasia che andremo a leggere ora è Chiwantopel, figura eroica di origine azteca, che apparve nelle fantasie scritte da Miss Miller e che Jung analizzò con attenzione.
Riguardo questa figura Jung ebbe a dire:
“Chiwantopel è infatti una tipica figura di Animus, vale a dire la personificazione della componente maschile della psiche di una donna. È una figura archetipica che diventa particolarmente attiva quando per motivi di poco conto la coscienza si rifiuta di seguire i sentimenti e gli istinti suggeriti dall’inconscio: al posto dell’amore e della dedizione subentrano mascolinità, indole litigiosa, caparbia affermazione e il demone dell’opinione in tutte le forme possibili (potenza in luogo di amore)”
Di seguito uno spezzone di fantasia scritto da Miss Miller:
«In tutto il mondo non ve n’è una! Ho cercato fra cento tribù. Sono invecchiato di cento lune da quando diedi inizio alla mia ricerca. Non ve ne sarà mai una che conoscerà la mia anima?
– Si, per il sommo Iddio, si!
– Ma diecimila lune cresceranno e caleranno avanti che nasca la sua anima pura. È da un altro mondo che i suoi padri arriveranno in questo. Essa avrà la pelle chiara e biondi saranno i suoi capelli. Conoscerà il dolore financo prima che sua madre l’abbia generata.
La sofferenza sarà la sua compagna; anch’essa cercherà e non troverà alcuno che la comprenda. Molti pretendenti vorranno corteggiarla, ma nessuno di loro saprà comprenderla. Sovente la tentazione assalirà la sua anima, ma ella non cederà…
Nei suoi sogni io andrò a lei e lei capirà. Ho conservato il mio corpo incontaminato. Sono venuto diecimila lune prima del suo tempo ed essa verrà diecimila lune troppo tardi.
Ma essa comprenderà! Un’anima come la sua nasce una sola volta in diecimila lune!»

Riguardo tale fantasia Jung scrive quanto segue, in Simboli della trasformazione (Ed. Bollati Boringhieri, p.384)
«Con questa profezia di Chiwantopel la personalità di Miss Miller viene messa una volta di più in un rapporto molto intimo con l’eroe, e precisamente come il vero oggetto del desiderio di Chiwantopel. Non vi è dubbio che l’eroe l’avrebbe sposata solo ch’ella fosse vissuta nel suo tempo, ma purtroppo ella è venuta troppo tardi, di “diecimila lune” per lo meno.
Questa considerevole distanza nel tempo indica una distanza anche in un altro senso: un abisso separa l’Io di Miss Miller dalla figura di Chiwantopel. Egli è del tutto “dall’altra parte”. Essi si cercheranno invano: in altri termini non vi sarà mai la possibilità di un’unione o di un incontro tra coscienza e inconscio, il che pure sarebbe necessario per realizzare la compensazione della coscienza e l’instaurazione della totalità psichica.
Lei o lui potranno al massimo sognare un tale incontro, e solo così sarà dato alle loro anime di comprendersi, cioè di amarsi e di abbracciarsi. Mai però questo amore diverrà un fatto cosciente. Non ne scaturisce per questo riguardo una prognosi favorevole per Miss Miller, giacché ogni vera relazione amorosa consiste per una fanciulla nel trovare il suo eroe, e per un giovane la sua anima, in una realtà tangibile.» (cit. Jung, ibidem)

L’abilità di Jung con i contenuti simbolici di Miss Miller
Nelle fantasie di Miss Frank Miller, una giovane americana prossima ad un episodio psicotico che egli non conobbe mai se non attraverso la lettura di un suo articolo in cui la signora Miller racconta la sua visione di un eroe azteco di nome Chiwantopel.
Dall’analisi delle fantasie egli riscontrò il tema mitologico del percorso dell’eroe e predisse correttamente l’esplosione dell’evento psicotico. Sbagliò rispetto alla prognosi perché, diversamente dalle sue previsioni, la signora, sì, fu ricoverata in clinica ma dimessa dopo una settimana.
Il seguente testo è di Silvia Montefoschi, tratto da “Il senso della psicoanalisi: da Freud a Jung e oltre”
«Esiste tuttavia, un’altra possibile versione del mito [dell’Eroe]: la morte dell’eroe.
Ed è questa la sorte di Chiwantopel, l’Eroe di Miss Mmiller, l’autrice del racconto analizzato da Jung. Chiwantopel viene ucciso dal serpente, l’energia psichica inconscia che travolge l’Io, e Miss Miller segue la sorte del suo Eroe e cade in preda alla schizofrenia.
Il morso del serpente che, quale emblema di Esculapio, è guaritore è anche apportatore di morte. Lo stesso simbolo che, quale trasformatore d’energia, opera la guarigione psicologica dell’uomo, può dunque anche causarne la malattia.
Il che vuol dire che il simbolo non ha sull’uomo un’azione determinante, perché è lasciato all’uomo ciò che egli farà di esso: del Simbolo. Che l’esito del morso sia vitale o mortale dipende dall’atteggiamento dell’Io di fronte all’angoscia che il serpente scatena in esso.
Per l’uomo eroico – dice Jung – l’angoscia è provocazione e dovere, perché solo l’impresa audace può liberare dall’angoscia. E se non si osa, si perde il senso della vita e si è condannati al grigiore, rischiarato soltanto qua e là da qualche fuoco fatuo.
L’uomo eroico è quindi l’uomo autentico, il quale, dicendo il suo “si” all’esperienza angosciante, riscatta la propria libertà dal determinismo degli eventi, mentre colui che fugge il serpente, che non dice il suo sì, è consegnato all’angoscia, che diviene quindi mortale.»
(Silvia Montefoschi)

Ma chi è, psicologicamente, l’eroe Chiwantopel?
Il seguente testo è tratto dall’articolo di Lidia Processi: “Anima e Animus, la differenza secondo Carl Gustav Jung” [clicca per scaricarlo!]
Il caso clinico della discordia, Miss Frank Miller, protagonista di Simboli della trasformazione, illustra la dissociazione di una personalità femminile, dall’incontro con la sua ombra fino all’Animus: il fallimento di quest’ultima figura, ultima coesione della
libido attorno all’io, segna l’esordio della psicosi.
Tra le immagini rigogliose della sua follia, annotate nel suo diario clinico, basti in questa sede un cenno al “dramma ipnagogico” finale dell’eroe azteco Chiwantopel. In piena crisi di panico, Miss Miller ha prima l’allucinazione di una sfinge, verosimilmente la sua stessa ombra: l’Io sta diventando un enigma per se stesso. Poi compare il bel Chiwantopel, armato e piumato come si conviene al protagonista di un fumetto scadente. Jung lo definisce un eroe di cartone: un dongiovanni di quart’ordine, teatrale e isterico.
MissMiller commenta nel suo diario che Chiwantopel in fin dei conti non è altro che
un mosaico vivente di letture e di riferimenti intellettuali, provocato dagli eccessi della sua frenetica vita culturale. Ben altra è la serietà con cui andrebbe valutato. Un’ affettività autonoma ha animato uno spettro, Miss Miller non è solo rapita da un uomo immaginario, è ostaggio di un’allucinazione formidabile.
La gravità della sua patologia mette a nudo la minaccia propria di questo archetipo. È l’Animus della donna, la personificazione della sua componente maschile. La sua attivazione comporta la delega incondizionata dell’identità femminile al giudizio di un sé maschile fittizio, che funge da specchio al posto della riflessione dell’io.
Questa la definizione di Jung:
“Chiwantopel è infatti una tipica figura di Animus, vale a dire la personificazione della componente maschile della psiche di una donna. È una figura archetipica che diventa particolarmente attiva quando per motivi di poco conto la coscienza si rifiuta di seguire i sentimenti e gli istinti suggeriti dall’inconscio: al posto dell’amore e della dedizione subentrano mascolinità, indole litigiosa, caparbia affermazione e il demone dell’opinione in tutte le forme possibili (potenza in luogo di amore)”
FINE.
Jung e le psicosi: la rivoluzione psichiatrica alla ricerca del “senso” e del significato
La SCHIZOFRENIA. Il significato di una malattia che contiene mondi indicibili. Aspetti clinici