Marie-Louise von Franz: una vita tra sogni, fiabe, alchimia e fisica. Chi era l’allieva più grande di Jung

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Marie Louise von Franz - chi era

Un tributo alla più grande psicologa che il mondo abbia mai avuto finora:
Marie Louise von Franz. Un articolo di Domenica Morabito

[ a fine articolo trovi la bibliografia su Von Franz e altri articoli a lei dedicati ]


– di Domenica Morabito –

Una libellula sorvola un piccolo stagno. Da dietro le lenti degli occhiali austeri, lo sguardo di una donna la segue nel suo passaggio.

“Le libellule non sono solo incantevoli – pensa ad alta voce – sono anche utili, perché mangiano le zanzare”.

Allarga gli angoli della bocca in un sorriso che le fa sollevare gli zigomi e aggiungere alle rughe del tempo anche quelle di un cuore che si meraviglia.

Non è facile, a detta di studenti e pazienti, associare un’espressione così sollevata al viso della dottoressa Marie-Louise von Franz, considerata una donna brillante, ma dura. Una donna complicata.

Fiabe Psicologia
Le fiabe interpretate (Marie-Louise von Franz) – VAI AL LIBRO!

Siamo nel 1982, nel mese di settembre. Marie-Louise è una signora di 77 anni che si gode un momento di pausa durante la lunga intervista che ha concesso alla dottoressa Wagner, arrivata dagli Stati Uniti a Bollingen, sul lago di Zurigo, per parlare con lei di psicoanalisi, sogni, alchimia e, soprattutto, di Carl Gustav Jung, di cui fu collaboratrice e amica fino alla fine dei suoi giorni.

Durante il break, a beneficio della telecamera, la von Franz ha spaccato un po’ di legna per il fuoco e ha mostrato alla sua ospite il giardino che circonda la torre fatta costruire nel 1958 e nella quale ha vissuto fino al 1965, insieme a un’altra analista junghiana, Barbara Hannah.

Non è distante dalla torre più conosciuta del posto, appartenuta allo stesso Jung: una costruzione rotonda, sulle rive del lago di Zurigo, eletta a rifugio e luogo di ispirazione. Proprio lì, la diciottenne Marie-Louise conobbe il carismatico psicoanalista, nel 1933.  

📝 Leggi anche: La torre di Jung a Bollingen: un luogo fuori dal tempo

Il professor Jung è una persona eccezionale. Mi sento molto fortunata, perché ho avuto l’onore di incontrarlo. Uno dei miei compagni di scuola è il nipote dell’amica del professore, Toni Wolff. Dicono che sia la sua amante e che i due non si preoccupino molto di mantenere il segreto, nonostante la loro relazione sia vista come uno scandalo.

Dunque, Jung ha espresso al mio amico il desiderio di conoscere cosa passa per la mente della mia generazione. Sa poco di noi, ha detto. Perciò ha organizzato una giornata a Bollingen, dove ha costruito non una casa, bensì una torre. Ci sono andata anch’io e mi sono ritrovata a essere l’unica ragazza del gruppo. La mia attenzione era rivolta unicamente alle parole del professore. Parla in modo così interessante della realtà dell’anima e della femminilità. Sarei rimasta giorni interi ad ascoltarlo.

Persone così speciali, così importanti per l’umanità, nascono ogni duemila anni. Non possiamo fare altro che ammirarle, imparare da loro. Ed essere grati per averne l’opportunità. 

Marie-Louise von Franz e Carl Gustav Jung – © 2016 Kairos Film Foundation
Marie-Louise von Franz e Carl Gustav Jung – © 2016 Kairos Film Foundation

L’incontro con Jung, che al tempo aveva 58 anni, cambiò la vita della ragazza.

Nell’autunno dello stesso anno, iniziò il suo percorso di studi presso l’Università di Zurigo: filologia classica e lingue (latino e greco) quali materie principali, letteratura e storia antica quali materie secondarie.

Seguì, inoltre, le conferenze che il professore teneva al Politecnico.

“Non avevo la pretesa di essere riconosciuta – racconta – ma lui mi riconobbe già al primo convegno. Si avvicinò e mi chiese come stavo. Ne fui molto felice”.

Gli occhi della dottoressa von Franz si illuminano anche dopo mezzo secolo, mentre ne parla a una sconosciuta, davanti a una telecamera:

“Mi lasciava senza parole, ero una rana che contemplava un elefante. Mi intimidiva terribilmente”.

La loro collaborazione ebbe inizio quando la ragazza chiese a Jung di diventare una sua paziente.

Poiché non aveva abbastanza soldi per pagare le sedute, lui le propose di aiutarlo con alcune traduzioni dalle lingue classiche, dal momento che la sua competenza in quel campo era un tantino arrugginita. Lei accettò.

Le affidò il trattato di alchimia Aurora ConsurgensI testi da tradurre costituirono una sfida stimolante e non solo dal punto di vista linguistico (Marie-Louise dovette studiare paleografia per portare a termine il compito).

Alchimia - Marie Louise von Franz
Alchimia (Von Franz) – VAI AL LIBRO!

Il lavoro consisteva anche nella selezione degli estratti che la giovane riteneva simbolicamente interessanti. Spaesata e spaventata dall’eventualità di commettere errori di valutazione, gli chiese delle indicazioni più precise. Jung rispose: “Usi la sua intuizione”. 

Jung è circondato da donne, perché le tiene in considerazione e le rispetta. Inoltre, le donne non si mettono in competizione con gli uomini: lo fanno gli altri uomini, se si tratta di un confronto nello stesso campo.

Capisco, però, che per un uomo non sia facile trovare un terreno in cui sentirsi migliore o alla pari con lui. Eccelle anche nella pittura e così in tante altre cose. Le donne lo seguono, lo ammirano, ne sono affascinate.

Jung crede che la società patriarcale in cui viviamo e che vive del mito cristiano abbia trascurato la femminilità. Ne sono convinta anch’io.

Quando ho cominciato a studiare i libri di alchimia, sapevo cosa stavamo cercando: le risposte che il Cristianesimo non ha trovato, le lacune che hanno portato al suo fallimento. Non ha preso sul serio la materia del corpo e della sessualità, ad esempio. La religione cristiana può aiutare l’uomo a morire, ma non a vivere. Inoltre, ha escluso la donna. Nel cattolicesimo, c’è la figura della Vergine Maria, ma è una donna purificata. L’oscurità che fa parte dell’essere femminile è stata tagliata fuori. Quindi, per avere una visione totale della realtà, bisogna comprendere l’alchimia e completare con essa la tradizione cristiana.

Il giorno in cui ho trovato il coraggio di iniziare a tradurre i testi che mi aveva fornito il professore, quelle pagine sembravano infinite. Ho deciso, allora, di aprire il libro e leggerne una a caso. Quello che ho trovato è stata una rivelazione sconvolgente. Proprio lì, su quel foglio, nero su bianco, mi è apparsa la descrizione di un sogno che ho fatto davvero. L’ho sognato io ed era lì, tra quelle pagine. Dopo averlo letto, mi sono data della pazza, sono andata a dormire con dei panni umidi in testa. Ho riaperto il libro il giorno dopo e le parole stampate erano le stesse: il mio sogno era dove lo avevo letto la sera prima. E io ero lucida, non c’erano dubbi.

Il mondo dei sogni
Il mondo dei sogni. Alla scoperta di ciò che veramente siamo (Von Franz) – VAI AL LIBRO!
Marie-Louise von Franz -Copyright © 2016 Kairos Film Foundation
Marie-Louise von Franz -Copyright © 2016 Kairos Film Foundation

Marie-Louise è stata una divulgatrice, ricercatrice e studiosa molto prolifica. Ha scritto oltre venti testi in tedesco e inglese e ha partecipato a molti convegni e seminari in giro per il mondo.

Prima dell’Aurora Consurgens, al quale lavorò per 15 anni, si era misurata con il regno delle fiabe.

Come ricorda in diverse interviste, una donna le aveva commissionato un libro di storie fiabesche, con la promessa di pubblicarlo con il suo nome. Non lo fece. Alla vera autrice rimasero nove anni di immersione in quell’universo che, ai tempi, era del tutto nuovo per lei:

“Da piccola, nessuno mi aveva mai raccontato delle fiabe. Solo quelle di Andersen, ma non mi piacevano. Erano troppo tristi. Quando le ho scoperte, tra i venti e i trent’anni, me ne sono appassionata”.

Identificò in quel tipo di narrazione il luogo in cui ritrovare chiaramente la teoria degli archetipi di Jung.

Le definì [le fiabe] come l’espressione più autentica ed elementare dei processi che avvengono nella psiche collettiva, perché costituiscono materiale genuino, inconscio, senza condimenti coscienti.

Il femminile nella fiaba Von Franz
Il femminile nella fiaba (Von Franz) – VAI AL LIBRO!

Nel 1942, ebbe i primi pazienti in analisi.

Una signora già avanti con l’età è venuta da me e mi ha chiesto di prenderla in analisi. Non sapevo cosa dirle. Ho chiesto consiglio al professor Jung.

Tranquilla, la conosco – mi ha detto – è talmente pazza che non le potrà fare un gran danno”.

Così ho cominciato ad analizzarla. Abbiamo incontri pieni di drammaticità. Nel frattempo, altre persone mi hanno chiesto di prenderle come pazienti e ho accettato.

Amo analizzare i sogni, pregni di simboli, che preparano a nuove fasi della vita. Il mio lavoro con i pazienti consiste nell’interpretare il loro inconscio per loro.

La terapia junghiana mi piace, poiché ha un’ingerenza minima. Non abbiamo nessuna teoria e non pensiamo in alcun modo che l’essere umano debba diventare normale. Se preferisce restare nevrotico, ne ha pienamente il diritto. Viviamo in una democrazia. Conta solo quello che vogliono i sogni ed educhiamo le persone ad ascoltare la loro interiorità.

📝 Leggi anche: La terapia junghiana: la più ampia nell’abbracciare la vastità della psiche umana (di Von Franz)
Marie Louise von Franz - Copyright © 2016 Kairos Film Foundation
Marie Louise von Franz – Copyright © 2016 Kairos Film Foundation

Jung la guida alla scoperta pratica dell’analisi e continua a essere un punto di riferimento molto importante anche nelle scelte di tipo personale di Marie-Louise.

Quando il padre della giovane muore, la madre decide di vendere la villa di famiglia in cui avevano vissuto a Zurigo. Madre e figlia si separano e vanno a vivere in due appartamenti distinti. Il loro rapporto era stato sempre molto conflittuale.

“Mentre ho avuto un complesso paterno molto positivo, quello materno era negativoracconta in un’intervista alla psicoanalista Nadia Neri – gli uomini, la vita dello spirito e la tradizione spirituale sono qualcosa di positivo per me.

Jung è stato una figura di padre, era più anziano di me di quarant’anni. Con mia madre, invece, non mi sono intesa affatto. È stata per me un’esperienza completamente negativa fino alla fine della sua vita. Così Jung mi obbligò a vivere con un’altra figura materna”.

Marie-Louise prese un appartamento con Barbara Hannah, di 24 anni più grande di lei, a Küsnacht.

Allo stesso modo, Jung le consigliò di prendere con sé un cane che avrebbe ammorbidito il suo carattere e addolcito la sua vita. Acconsentì: fece entrare nella sua vita Nibby, una femmina di razza bulldog, e la amò tantissimo.

All’amore di un uomo, invece, rinunciò quando aveva 34 anni e stava per sposarsi ma decise di non farlo.

Mi sto per sposare, ma il mio inconscio sembra non volerlo: i miei sogni sono molto negativi. Forse perché il mio complesso materno non è positivo? Sicuramente. Non mi voglio sposare se non avrò dei figli. E io non posso averne, non sarei una buona madre per loro. Nonostante sappia che è il mio inconscio a indicarmi questa via, non posso fare a meno di essere triste.

Jung mi ha detto che il mio destino è spirituale e immagino che non si possano avere entrambe le cose. Peccato. Mi ha anche consigliato di cercare il silenzio e un ambiente più selvaggio  per ricaricare la mia creatività. I

n effetti, mi mancano molto il contatto con la natura e la solitudine con cui ho vissuto da bambina, nel giardino di casa a Rheineck, dove ci siamo trasferiti da Monaco. Amavo molto giocare con gli animali e le piante. Il sentimento della vita rivive attraverso la natura. La mia anima animale vuole rivivere.

Marie-Louise von Franz con il suo amato cane, Nibby
Marie-Louise von Franz con il suo amato cane, Nibby

La ricerca del genius loci durò circa dieci anni. Nessun posto era all’altezza. L’occasione arrivò nel 1958 e si trovava in un luogo della Svizzera che Marie-Louise conosceva bene: Bollingen.

Il figlio di Jung l’aveva informata che un uomo stava cercando un acquirente per il suo terreno, non lontano dalla torre del suo mentore. Andò a vedere quel posto insieme al professore e ne furono entrambi entusiasti. Decise di acquistarlo.

“Tornando in macchina, Jung mi disse: ‘Però non costruisca una stupida casa di vacanza in vetro e cemento, costruisca una torre, come me’.
Ne fui così felice. Tuttavia, non avrei mai osato imitarlo: decisi di costruire una torre quadrangolare”.

I primi anni in cui visse con Barbara nella torre, per gli abitanti del luogo la dottoressa von Franz era “quella strana donna che abita in quella strana casa”. Fino a quando non divenne una di loro, inserita nel sintagma “noi di Bollingen”. 

Psiche e Materia
Psiche e materia (M.L.von Franz) – VAI AL LIBRO!

Ho sognato che c’era una copia identica della mia torre nell’aldilà. Anche Jung, prima di morire, ha sognato una torre uguale alla sua sull’altra riva del lago. L’inconscio ci stava dicendo che l’altra era quella vera, non questa qui, che è solo l’immagine terrena di un’idea eterna.

Per il professore, inoltre, era molto importante costruirla vicino all’acqua. Questa, infatti, è una delle tipizzazioni più ricorrenti dell’inconscio. Egli giocava spesso vicino al lago: scavava il terreno per isolare alcuni rivoli e farli convergere in un unico canale. Si divertiva molto, li chiamava “waterworks”.

A volte mi permetteva di partecipare, ma potevo solo guardare. Un giorno mi ha detto: “Non è forse questo che ho fatto tutta la vita? Scavare per far emergere sorgenti”. 

La torre a Bollingen di Marie-Louise – Copyright © 2016 Kairos Film Foundation
La torre a Bollingen di Marie-Louise – Copyright © 2016 Kairos Film Foundation

Anche la strana donna che vive nella strana casa ama giocare. Si allontana da intervistatori e telecamere, da vicini cordiali che sono passati a trovarla, dalla sua amica Barbara.

Ha appena rivissuto ricordi, divulgato scoperte valse anni di ricerca e svelato con generosità una von Franz che la leggenda ha coperto di granito e che, invece, è fatta di ironia, passione e gentilezza.

Va, di nuovo, verso il piccolo stagno. Il suo passatempo preferito è osservare i piccoli rospi che ci vivono e giocherellarci. Si tratta di una specie chiamata ululoni dal ventre giallo. Non gracidano. Il loro richiamo è altrettanto insistente, ma timido: un “uh-uh-uh” ripetuto con un debole filo di voce. Li conosce così bene che li imita alla perfezione.

Marie-Louise giocherà, riderà e scriverà fino a quando le forze glielo permetteranno. Morirà nel 1998, il 17 Febbraio, quando sarà il momento di traslocare nell’altra torre, quella identica alla sua.

Chissà se anche lì c’è uno stagno coi rospi. Chissà che verso fanno…

FINE.

Marie Louise von Franz - Autori Blog


AUTRICE dell’articolo:

Domenica Morabito nasce nel 1983 ai piedi dell’Aspromonte, con vista sul mare.
A 18 anni lascia la Calabria per Roma, con una breve incursione in Spagna, a cui rimane legata. Vive a Berlino da due anni.
Ha lavorato come collaboratrice giornalistica, cameriera, editor e operatrice di customer service. Sta ancora inseguendo il sogno di una vita: diventare una strega. 


PS: Aspetti poco considerati di Von Franz in Italia (di Emanuele Casale)

Quasi mai la Von Franz viene invece considerata per i suoi studi pionieristici relativi al campo delle relazioni tra Psiche e Materia (quel famoso ponte che Jung costruì insieme al premio nobel della fisica Wolfgang Pauli, relativamente ai nessi tra psicologia del profondo e fisica moderna).

Il lavoro più importante della Von Franz deve infatti ancora essere tradotto in lingua italiana, attualmente esiste solo in lingua originale (tedesca) e tradotto in inglese.

Si tratta del grande saggio “Number and Time” [Link], che tratta degli sviluppi delle intuizioni di Jung sui numeri primi e sul tempo, a cui Von Franz dedicò le sue più grandi energia negli ultimi anni di vita.

Altro lavoro da considerare è il saggio, tradotto anche in italiano, Psiche e Materia [Link]

Proiezione Rispecchiamenti dell'anima Von Franz
Rispecchiamenti dell’anima. Proiezione e raccoglimento in psicologia. (Marie L. von Franz) – VAI AL LIBRO!

📚 Bibliografia:


Articoli di Marie Louise von Franz nel blog:

“Incontri con la morte”. Come viviamo il rapporto con la morte psicologica e biologica

Psicologia, matematica e fisica lavorano con l’irrazionale insito nella natura (Marie Louise von Franz)

Gli psicofarmaci non guariscono la schizofrenia: ne parla Marie Louise von Franz

Quando l’analisi freudiana produce danni e “intellettualismo” nei pazienti (Marie Louise von Franz)

Video-intervista in italiano a Marie-Louise von Franz

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Fondatore del Jung Italia. Psicologo Clinico. Originario di Salerno, vivo a Roma. Fin dall'età di 14 anni ho iniziato ad interessarmi alla filosofia occidentale e orientale e all'età di 17 anni scopro Jung. A 21-22 anni iniziano le mie attività di pubblicazioni tramite riviste di psicologia e interventi in qualità di ospite o relatore presso convegni e seminari di psicologia. Nel 2012 conosco in Svizzera uno dei nipoti di Jung, e l'anno successivo mi concede un'intervista speciale in occasione della presentazione del "Libro Rosso" alla biennale di Venezia. Attualmente collaboro e lavoro come psicologo o studioso indipendente con associazioni, riviste scientifiche, scuole di psicoterapia e con diversi autori dell'ambito accademico e non. I miei studi d'approfondimento vertono sugli sviluppi odierni relativi alla psicologia complessa (analitica) e sulle ricerche inerenti il versante "Psiche e Materia".

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