Vi presento un contributo della psicoterapeuta junghiana Fulvia Tramontano, che fa anche parte del Portale Psicologi del Jung Italia come professionista da poter consultare.

Anno 2020. Anno bisestile.
Molti dicono che sia carico di sventure, altrettanti non credono alle superstizioni.
Un dato di fatto è che l’anno non è iniziato nel modo più favorevole per una pandemia che questa generazione e la precedente non avevano mai visto, la quale a poco a poco si è estesa fino a coprire il pianeta intero di eventi gravi, minacciosi, luttuosi e pericolosi per la vita, la salute e l’incolumità di tutti.
C’è un filone di cinematografia fantascientifico-catastrofista che a volte si lascia guardare con curiosità, sul filo della tensione al riparo della finzione, adrenalinico; tra i tanti cito qui “Variola Vera” , film del 1982 che mostra un’epidemia di vaiolo scoppiata a Belgrado nel 1972, con l’angoscia, l’incredulità della popolazione e il finale che mostra come sia facile far ripartire da capo i contagi. Basato su fatti reali è tuttavia un film.
Noi invece siamo fuori dal set, e anche dalle amate sale cinematografiche, e reagiamo come meglio riusciamo prima alla quarantena e adesso alla ripresa.
Come già si immaginava fin dall’inizio l’emergenza sanitaria avrebbe lasciato una scia di dolore e di perdita che piano piano avrebbe fatto sentire il suo peso anche sull’intero sistema sociale ed economico mondiale.
Certezze dissolte, abitudini nuove da creare non sappiamo ancora come, preoccupazioni e nuovi disagi; ma è davvero un periodo “sfavorevole”?
Ne “La Luna e la coscienza matriarcale” [scaricalo da qui, pdf.] E.Neumann scrive che “favorevole” o “sfavorevole” è un tempo in cui l’attività spirituale, legata all’attività dell’inconscio, si rivolge verso l’io e si manifesta oppure se ne allontana e scompare, in un certo senso.
Compito dell’io diventa quello di attendere e di adattarsi, a periodi favorevoli e sfavorevoli, con sguardo volto all’interno di sé per ristabilire una consonanza, un accordo, con la vibrazione che proviene dalla mutevole luna che con il mondo femminile ha un rapporto speciale…
Questa sorta di dipendenza dalla Luna, proprio una certa lunaticità come usiamo dire, esprime instabilità ma anche capacità di lasciarsi oscillare virtuosamente: crea un fondo positivo per la coscienza che agisce come cassa di risonanza e rappresenta perciò una particolare caratteristica, altamente positiva, della coscienza matriarcale.
Questione di donne? Certo che no, semmai di Anima e Animus e in questi tempi intensamente incerti, in cui il fare è necessario e urgente ma potrebbe essere figlio del Chaos, lo “Spazio beante” carico di tenebrosità e oscurità, potremmo pensare una diversa via: favorire un accordo su piani diversi del nostro psichismo può essere la nota giusta per l’armonia di cui abbiamo tutti bisogno, disponendoci tra le emozioni e le immagini che la mente produce.
Camminando sospesi fino a nuovi equilibri. E poi da qui ripartire.
FINE.